Il 10 settembre 2020 la Conferenza Stato-Regioni ha trovato l’intesa sul decreto ministeriale che disegna le modalità di iscrizione degli enti e le modalità della tenuta del Registro Unico del Terzo Settore, strumento previsto dalla Riforma che dovrebbe garantire maggiore trasparenza e, allo stesso tempo, maggiori certezze per le realtà del mondo del non profit.
Come evidenziato da Redattore Sociale, a questo punto si attende solo il via libera definitivo del Ministero del Lavoro, con la pubblicazione del relativo decreto che nelle intenzioni del Governo dovrebbe andare in Gazzetta Ufficiale entro il mese di settembre. Il Registro sarà unico a livello nazionale, ma vi saranno varie sezioni a seconda della natura giuridica dei diversi enti, e sostituirà i tanti registri nazionali e locali che oggi vedono iscritte oltre 300 mila diverse organizzazioni del non profit. L’iscrizione non sarà obbligatoria, ma sarà la porta di ingresso necessaria per usufruire anche di una serie di vantaggi fiscali.
Il decreto approvato disciplina: a) le procedure per l’iscrizione e per la cancellazione degli enti nel Registro Unico Nazionale del Terzo settore, nonché i documenti da presentare ai fini dell’iscrizione, al fine di garantire l’uniformità di trattamento degli Enti del Terzo Settore sull’intero territorio nazionale; b) le modalità di deposito degli atti; c) le regole per la predisposizione, la tenuta, la conservazione e la gestione del Registro Unico; d) le modalità di comunicazione dei dati tra il Registro Imprese e il Registro Unico di cui alla lettera a) con riferimento agli Enti del Terzo settore iscritti nel Registro delle imprese.
Per approfondire i contenuti dell’intesa della Conferenza Stato-Regioni