La crisi sanitaria mondiale e i cambiamenti socioeconomici in atto hanno messo in luce aspetti di fragilità del mondo globalizzato e sempre più interconnesso in cui viviamo. L’emergenza dovuta al Covid–19 ha avuto e avrà un impatto in ambiti fondamentali, come la salute, l’educazione, il lavoro, aumentando le disuguaglianze e generando nuove povertà. Per questo in tutto il mondo le istituzioni filantropiche si sono trovate a rispondere a un drammatico e inaspettato scenario, hanno dovuto rivedere priorità, ripianificare misure di sostegno e attività sia nel breve periodo che a medio-lungo termine.
Quali sono state le soluzioni più immediate? E quali quelle che potranno rispondere in un orizzonte più ampio ai nuovi bisogni originati dalla crisi? Quali sono le nuove sfide globali che le istituzioni si troveranno ad affrontare? E i nuovi modelli in grado di sostenere sviluppo economico e coesione sociale? È possibile fondare la ripresa economica su criteri di maggiore sostenibilità e inclusività facendo tesoro delle eccezionali prove di solidarietà e di resilienza delle comunità a cui abbiamo assistito in questo periodo?
Per rispondere a queste domande, giovedì 16 luglio Fondazione Cariplo ha organizzato il Seminario internazionale "Nuove sfide globali e ruolo della Filantropia" con Giovanni Fosti, presidente di Fondazione Cariplo, Paolo Magri, vicepresidente esecutivo e direttore dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, Heather Grady, vicepresidente di Rockefeller Philanthropy Advisors, Fabian Zuleeg, CEO e Chief Economist dell’ European Policy Centre, Àngel Font, presidente dell’European Foundation Centre e Corporate Director Scientific Research della Fondazione “La Caixa”. L’incontro, che ha coinvolto il board di Fondazione Cariplo, si inserisce in una serie di eventi internazionali che hanno l’obiettivo di avviare un processo di conoscenza e confronto su fenomeni globali, tendenze, buone pratiche che possono contribuire a sviluppare un nuovo sguardo sulla realtà e ispirare l’attività filantropica di Fondazione Cariplo.
Dal confronto tra gli ospiti italiani e quelli internazionali è emersa una visione comune su alcune delle sfide più importanti e sulle soluzioni da mettere in campo. Nell’immediato e nel medio periodo, il contrasto alla povertà, alimentare ed educativa, si configura come il principale obiettivo delle istituzioni filantropiche a livello globale. L’emergenza Coronavirus ha messo in luce i profondi ritardi nell’accesso alle tecnologie e il divario digitale: nell’agenda delle fondazioni un ruolo centrale dovrà avere anche la povertà digitale, fattore di rischio per l’aumento delle disuguaglianze. In questa fase, sarà necessario anche saper adottare strumenti straordinari quando la situazione lo richiede, pianificando soluzioni flessibili, riconoscendo di volta in volta le priorità, agendo al di fuori degli schemi consueti e con quella tempestività resa possibile dalla velocità di reazione che contraddistingue le istituzioni filantropiche. Una linea già messa in atto da Fondazione Cariplo a partire dal primo momento dell’emergenza attraverso la riprogrammazione delle attività 2020 e tramite l’adozione di misure straordinarie, come il bando da 15 milioni di euro lanciato per trasferire risorse direttamente agli enti del Terzo Settore per la sopravvivenza dei servizi alle comunità.
Dai vari interventi del seminario un dato più di tutti appare chiaro: vista la natura globale della crisi è fondamentale non agire da soli ma individuare campi di azione sufficientemente ampi per far convergere molti attori, costruendo reti e alleanze tra pubblico e privato. Un approccio che appare particolarmente in linea con il concetto di secondo welfare, che vede nella sinergia tra amminsitrazioni pubbliche, parti sociali, organizzazioni di Terzo Settore e aziende private un elemento imprescindibile per affrontare i cambiamenti in atto nel nostro sistema sociale, peraltro già fortemente sotto pressione anche prima dell’avvento del Covid-19.
Giovanni Fosti, Presidente Fondazione Cariplo, ha tenuto a sottolineare come "nei momenti di grande incertezza la prima tentazione da evitare è quella di usare mappe vecchie per comprendere un mondo nuovo. Siamo di fronte alla necessità di sviluppare nuovi quadri interpretativi della realtà, ed è quindi fondamentale allargare il più possibile gli spazi di confronto e di riflessione. Vogliamo comprendere e valorizzare il senso più profondo dell”esperienza che stiamo affrontando e crescere nella nostra capacità di contribuire a un futuro migliore. Per questo la Commissione Centrale di Beneficenza (il board della Fondazione, ndr) di oggi è dedicata all’approfondimento di alcuni temi strategici, attraverso il contributo di interlocutori internazionali: vuole essere un momento di apertura e dialogo attorno a nuovi modelli interpretativi con cui guardare al futuro per essere sempre più pronti ad affrontare con uno sguardo davvero contemporaneo le sfide che ci aspettano.»