La filantropia strategica ha come obiettivo la massimizzazione dell’impatto sociale e al contempo la pianificazione e il monitoraggio dei progetti da mettere in atto, così da rendere efficiente ed efficace il risultato. Alla base di questo approccio risiede il desiderio di cambiamento sociale raggiungibile attraverso la sinergia tra capacità e visione imprenditoriali da un lato e mission e attenzione filantropiche dall’altro.
La Fondazione Giovanni e Annamaria Cottino ha fatto di questo approccio filantropico il fil rouge di ogni sua iniziativa coniugando visione e competenze imprenditoriali con l’obiettivo di “fare bene il Bene” e il desiderio di restituzione al territorio e alle sue comunità: questi sono i valori e principi distintivi del fondatore Ing. Giovanni Cottino, fatti propri dai membri del Consiglio e oggi parte fondante dell’ente.
L’intervista al Direttore Generale della Fondazione Cottino, dott. Giuseppe Dell’Erba, ha permesso di comprendere in quale modo l’ente si serve e abbia fatto proprio questo approccio filantropico.
Dott. Dell’Erba partiamo dalle origini: come nasce Fondazione Cottino?
La nascita di Fondazione Cottino avviene nel 2002 per volontà dell’Ing. Giovanni Cottino e di sua moglie Annamaria Di Bari, determinante per l’avvio di quell’ideale strutturato di restituzione e di sensibilità nei confronti dell’infanzia e degli anziani che ancora oggi ispirano il nostro operare filantropico. La Fondazione è – io dico – nata “con il cuore”, da un bisogno semplice, ancora oggi fortemente presente nel suo Statuto, di fornire sostegno e protezione alle persone più fragili.
E quali sono le sue caratteristiche?
Matrice e codici valoriali iniziali si sono arricchiti, durante il percorso evolutivo di questi anni, di tratti distintivi che mi portano a dire che non ci riconosciamo nella distinzione civilistica classica che suddivide le fondazioni tra erogative e operative.
Fondazione Cottino è un ente filantropico privato che con orgoglio interpreta il ruolo di “propulsore di sviluppo” ispirandosi ad un modello che definiamo “imprenditoriale”. Il nostro operare è improntato al fare “in prima persona”, senza vincolarsi troppo a rigidi schemi e sempre aperti al confronto con il mondo esterno. Siamo una fondazione indipendente e libera di rischiare, di investire, di sbagliare proprio come la vera filantropia strategica impone.
Il nostro obiettivo è quello di generare e divulgare cultura, nuovi saperi e stimolare spirito imprenditoriale coerenti con la nostra visione del mondo che è quella di una società libera, aperta, dinamica, e responsabile. Crediamo nella “persona”, nella sua iniziativa e nelle potenzialità che può esprimere. Al “cuore” movente originario della Fondazione, insomma, si è affiancato in uno stimolante tango di equilibri il “metodo”, alla tradizione l’innovazione, alla passione la competenza.
In quali aree di intervento opera la Fondazione Cottino?
La Fondazione Cottino opera in tre diverse aree: Formazione Trasformativa, Charity e Territorio, Ricerca & Innovazione. Con riferimento alla prima area, l’iniziativa più recente e rilevante è l’istituzione del Cottino Social Impact Campus, il primo campus in Europa dedicato ad un’offerta formativa innovativa per la creazione di world-makers for social impact.
Attraverso un percorso di apprendimento e sperimentazione unico e altamente distintivo, il Campus Cottino formerà imprenditori, manager e organizzazioni dotandoli di nuovi strumenti, metodologie e prospettive addizionali a chi vuole lavorare in un ambito di sostenibilità integrale economica, ambientale e soprattutto sociale.
Grazie alle partnership strategiche con il Politecnico di Torino, l’Opera Torinese del Murialdo, Social Fare e anche con Torino Social Impact, Assifero, EVPA, ESCP Business School – realtà tutte eccezionali e di esposizione internazionale per una proposta ben oltre i confini locali – svilupperemo veri e propri Impact Leader.
“Innovazione e Ricerca” è l’area di focus che vede Fondazione Cottino direttamente coinvolta nel percorso di sviluppo dall’idea all’impresa. Attraverso molteplici strumenti e forme di intervento, l’obiettivo è quello di promuovere e sostenere progetti imprenditoriali che attraverso innovazione tecnologica e ricerca siano in grado di valorizzare il capitale umano, la sostenibilità e l’impatto sociale. È l’area del “fare” e del “fare impresa”, del Premio Applico, di H4O (Hackathon for Ophthalmology), e dell’Ospedalizzazione a Domicilio (OAD).
Charity & Territorio, infine, è l’area che costituisce da sempre il DNA del nostro ente. Operiamo direttamente e sosteniamo organizzazioni che lavorano sul territorio a favore dei più fragili per il bene delle famiglie, dei bambini e degli anziani. È l’area di tanti interventi tra cui quelli della ricostruzione dopo il sisma del 2016 della scuola dell’infanzia del Comune di Loro Piceno, e della costruzione del nuovo oratorio Onda Giovane Salus a Torino.
Quando è stata adottata e quale ruolo ricopre la filantropia strategica all’interno della Fondazione Cottino?
La scelta di adottare questo nuovo modo di interpretare e fare filantropia è datata per noi 2013. Oggi è questa la filosofia di fondo che guida la Fondazione nella realizzazione dei propri progetti: massimizzazione dell’impatto, miglioramento continuo, programmazione (ma flessibile), visione, metodologia, modello operativo, missione strategica e modo di agire imprenditoriale e manageriale.
E vorrei sottolineare in tutto questo la capacità – di cruciale importanza in questo approccio – di rilevare gli obiettivi non centrati, di analizzarli in modalità lessons learnt, farne tesoro e superare l’auto-referenzialità: proprio dagli insuccessi possono essere tratti molti spunti. È la strada per un cambiamento ampio che mira alla crescita delle persone e delle realtà nelle quali vivono ed operano.
Quanto è attiva la Fondazione in tema di partnership?
Il valore delle “reti” è di assoluta importanza, siano essere collaborazioni associative, formali o informali. Quello che cerchiamo sempre è favorire reti di conoscenza e di sapere utili per un dialogo e un confronto costruttivi. La forza di "fare rete" risiede nell’elemento relazionale, di conoscenza e di contatto, di scambio di esperienze e metodi d’azione. Crediamo inoltre nella diversità come arricchimento e la prospettiva internazionale è fondamentale nella nostra Fondazione.
Concludendo, quale futuro vede per la Fondazione?
Pensando al futuro, la Fondazione Cottino vede la possibilità di poter dare un contributo importante in un momento di grandi sfide sociali, economiche ed ambientali. Le affronteremo con umiltà e lavorando insieme per promuovere passione, fare imprenditoriale, conoscenza e nuove frontiere del sapere. Porteremo avanti iniziative con coraggio, con la flessibilità necessaria per capire e intercettare nuovi bisogni e nuove prospettive, e con metodo e in modo attento senza venire meno al nostro modello di strategic philanthropy.
La direzione strategico-organizzativa e di governance in Fondazione è infatti tracciata, ma occorre un reale cambiamento culturale trasformativo interno perché possa essere sentita propria e intrapresa. Occorre “engagement” e non solo “committment” per essere riferimento per il nostro settore filantropico, anch’esso bisognoso di innovazione e di un salto culturale e manageriale. Vogliamo essere un “propulsore” di passione, idee e azioni per il bene comune e un futuro migliore.