Oggi una delle sfide principali per il secondo welfare è trovare strumenti e modelli di governance che possano favorire la collaborazione tra i tanti soggetti territoriali interessati a migliorare la qualità dei servizi sociali e che aiutino a mettere a sistema le varie declinazioni del welfare (aziendale, contrattuale, comunitario, filantropico, ecc.) già presenti a livello locale.
In questa direzione va Welfare Oristano District, progetto promosso dall’Ordine provinciale dei Consulenti del lavoro di Oristano e dal Comune di Oristano con il supporto tecnico di Innova Srl per costruire un nuovo modello di welfare basato sui valori della sussidiarietà, della responsabilità sociale e del valore condiviso. Un sistema nel quale le aziende, le organizzazioni di secondo livello, gli enti del Terzo Settore e le attività economiche di prossimità – in sinergia con l’attore pubblico – possano collaborare per dare risposte concrete ai bisogni del territorio.
L’accordo territoriale della provincia di Oristano
Il primo atto concreto dell’iniziativa è stata la firma, avvenuta, il 9 dicembre 2019 di un doppio accordo che fa da cornice a varie iniziative. Da un lato, l’Ordine Provinciale dei Consulenti del Lavoro, Cgil, Cisl e Uil, Confcommercio, Confapi, Confindustria Centro Nord Sardegna, Coldiretti e Confartigianato si sono impegnate a promuovere il welfare aziendale sul territorio, mettendo a disposizione un regolamento condiviso, istituendo una commissione paritetica per fornire dei pareri tecnici e un osservatorio per studiarne l’evoluzione. Dall’altro lato c’è invece l’intesa che riguarda il Terzo Settore, il Comune di Oristano e i Comuni di Terralba, San Vero Milis ,Ghilarza, Riola Sardo, Cabras, Baratili San Pietro, Santa Giusta, Unione dei Comuni dei Fenici e Terralbese, con l’obiettivo di promuovere i servizi del territorio ma anche per co-progettarne di nuovi partendo dall’analisi dei bisogni dei cittadini.
Come è possibile leggere dall’accordo firmato dagli attori coinvolti, il network si propone di dar vita ad una vera e propria rete multi-attore e multi-stakeholder. Miriam Carboni, Presidente dell’Ordine Provinciale dei Consulenti del Lavoro, che fin dall’inizio ha lavorato alla costruzione Welfare Oristano District, ci ha spiegato che il progetto è nato per “sviluppare la cultura del welfare presso le aziende della nostra provincia e attuare una crescita economica migliorando l’efficacia e l’efficienza dei servizi del territorio, e quindi la risposta ai bisogni sociali dei cittadini”.
Nella prassi, la progettualità prevede l’attivazione di una piattaforma digitale – chiamata “Ambrogio” messa a disposizione da WelfareLab – che contiene un database dei fornitori di beni e servizi del territorio e consente a tutti i cittadini e ai lavoratori delle imprese che fanno welfare di conoscere le offerte locali e prenotare le prestazioni necessarie. Come sottolineato da Fabio Streliotto, Amministratore unico di Innova Srl, "nelle prossime settimane saranno attivati degli sportelli territoriali, i “WelfarePoint”, che si troveranno nei Comuni coinvolti e presso le sedi operative di alcuni partner, attraverso i quali i cittadini potranno ricevere informazioni, sostegno nell’utilizzo del portale e servizi di ascolto, orientamento e counselling. Anche le attività imprenditoriali potranno ricevere un supporto dagli operatori dei “WelfarePoint”: questi ultimi potranno infatti direzionare gli imprenditori verso le prestazioni e le misure più coerenti con i bisogni dei loro collaboratori".
Welfare Oristano District: oltre il welfare aziendale territoriale
Il progetto di Oristano rappresenta a pieno titolo un’iniziativa annoverabile nel concetto di welfare aziendale territoriale. Come evidenziato dal recente volume “Fare rete per fare welfare. Dalle aziende ai territori: strumenti, attori, processi”, scritto dalla direttrice del nostro Laboratorio Franca Maino e dal nostro ricercatore Federico Razetti, le esperienze di questo genere sono sempre di più.
Queste progettualità, nel tentativo di fornire nuovi spunti per affrontare quelle che sono le più grandi sfide del secondo welfare e del welfare aziendale, riescono a promuovere delle proposte caratterizzate da una forte componente innovativa. Nel caso di Welfare Oristano District le innovazioni risiedono in molti aspetti.
In primo luogo il progetto si propone di integrare i diversi livelli di welfare, coinvolgendo in maniera sempre più forte i cittadini, le attività locali e le realtà del Terzo Settore. Di seguito, come già detto, l’azione è supportata da esperti e consulenti che "guideranno" il processo di cambiamento e forniranno un sostegno attraverso i “WelfarePoint” territoriali; a questi si aggiungeranno anche le attività di un tavolo paritetico che vigilerà e monitorerà i progetti avviati dalle imprese oltre che analizzare l’utilizzo dei servizi per fornire informazioni preziose alle amministrazioni comunali.
In secondo luogo, l’iniziativa ha previsto il coinvolgimento di più provider di welfare aziendale – per ora TreCuori e WelfareBit – che si sono resi disponibile ad integrare l’offerta standard delle loro piattaforme con i servizi del territorio per offrire un miglior servizio a lavoratori e familiari. Questo punto è, per certi versi, una novità: è raro infatti che si creino formule collaborative di questo genere tra questi soggetti. Infine, attraverso l’accordo territoriale si è scelto di introdurre anche uno strumento di fundraising territoriale. In particolare, sia i provider sia le attività del territorio coinvolte si sono resi disponibili nel condividere una parte delle entrate generate attraverso questo sistema: le risorse saranno convogliate in un fondo gestito dall’associazione WelfareLab che finanzierà interventi e progetti di welfare destinati a tutto il territorio.
In questa direzione si replica – in parte – quanto già messo in atto dal progetto lecchese “Valoriamo”, il quale – mettendo in rete attori di diversa natura in un progetto di welfare aziendale territoriale – ha promosso la creazione di un Fondo Comunitario attraverso il quale sono realizzate attività di inclusione socio-lavorativa, intercettando e accompagnando in percorsi personalizzati al lavoro persone in temporanea difficoltà, ad alto rischio di cronicizzazione, non coperte da misure di sostegno pubblico.
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