Il 31 gennaio in Valle di Susa si è svolto un evento per raccontare i risultati del progetto "Doman Ansema" rivolto a ragazzi stranieri giunti in Italia come minori stranieri non accompagnati. Si è trattata di un’occasione per celebrare l’interculturalità del territorio e per raccontare ai cittadini le esperienze di accoglienza e integrazione in corso. Il progetto è stato oggetto di approfondimento delle attività di ricerca sulla governance dell’accoglienza realizzate nell’ambito del progetto Inter-reg Minplus.
In un teatro gremito di cittadini si è svolto a Rubiana, in Valle di Susa, un evento importante nell’ambito del progetto “Doman Ansema”, con la partecipazione di tutte le organizzazioni coinvolte sul territorio, dei cittadini e della società civile. Il progetto finanziato nell’ambito del bando Never Alone si rivolge a ragazzi stranieri non accompagnati dai 15 ai 21 anni, che trovandosi soli senza adulti sono presi in carico dal Servizio Sociale e supportati in un percorso verso l’autonomia e l’integrazione. Dei risultati e delle caratteristiche del progetto abbiamo già scritto qui.
L’evento organizzato dalla Cooperativa Frassati, dall’associazione Geos onlus che a Rubiana gestisce Casa Miriam, dal Con.I.SA il consorzio intercomunale socioassistenziale “Valle di Susa”, dal Cpia 5, da Coesa e dalla cooperativa Atypica, promotori ideatori del progetto "Doman Ansema". Nel corso dell’evento dopo il saluto di benvenuto del sindaco di Rubiana, nonchè presidente dell’Unione montana Alpi Graie, è intervenuta la dottoressa Monica Cerutti, già Assessore alle politiche sociali della Regione Piemonte, autrice del libro “L’umanità è patrimonio”: nel testo l’autrice racconta le storie di accoglienza, integrazione e cooperazione di cui si sono resi i protagonisti diversi comuni del Piemonte.
Tra gli altri interventi ha preso la parola anche Donatella Giunti della Prefettura di Torino, da sempre impegnata nella promozione di percorsi di accoglienza sostenibile e condivisa con i territori. Dei percorsi di accoglienza diffusa nella provincia di Torino, abbiamo scritto qui. Durante la serata c’è stata l’occasione di ricordare come la Val di Susa sia stata nel corso della storia un crocevia di popoli e come lo sia ancora oggi in tempi di pace, come ha ricordato l’assessore Fabio Otta.
Insieme a Vittoria Vitaloni, coordinatore dell’associazione Geos che conduce la serata insieme a Francesco Boschi, Presidente dell’associazione Punto Zero, Valentino Casalicchio (Cooperativa Frassati) e Barbara Mauri (Con.I.SA) raccontano i risultati del progetto che punta all’incremento delle relazioni tra minori stranieri coetanei e cittadini, alla velocizzazione del processo di inclusione linguistica e culturale, all’incremento dei percorsi di inserimento in occupazioni stabili e dei percorsi di autonomia abitativa.
Si è inoltre ricordato l’accoglienza di persone albanesi avvenuta a Susa negli anni Novanta, e in seguito i percorsi di integrazione della comunità marocchina coinvolta nei lavori per la costruzione dell’autostrada, per arrivare all’esperienza di micro accoglienza diffusa degli adulti richiedenti asilo, realizzato in alta valle con capofila il Con.I.SA, e in bassa valle con capofila il Comune di Avigliana: si tratta di una forma di accoglienza realizzata attraverso un protocollo con la Prefettura di Torino, che ha permesso l’inserimento di richiedenti asilo in appartamenti e l’avvio di percorsi di autonomia grazie a un lavoro di rete tra soggetti pubblici e del Terzo Settore. All’accoglienza diffusa abbiamo dedicato il nono capitolo del Quarto Rapporto sul secondo welfare.
Un video racconta una giornata particolare grazie alle parole di Vittoria dell’associazione Geos in cui i ragazzi di Casa Miriam e della Comunità di Salbertrand della Cooperativa Frassati, uniti nella squadra “I Grifoni della Valsusa”, hanno dedicato una partita di calcio delle Football Communities (eliminatorie per il Balon Mundial, considerata la Coppa del Mondo del Migranti) a un loro compagno mancato durante l’estate.
Sono seguiti interventi di Save the Children, con la descrizione del progetto Civico Zero Torino, nel quale in collaborazione con il Comune di Torino, l’organizzazione fornisce supporto, orientamento e protezione a minori stranieri o giovani adulti in condizioni di marginalità sociale a rischio di devianza.
L’evento si è concluso all’insegna della performance musicale di un giovane musicista, con il racconto da parte di Zakaria Harak, responsabile dell’area giovani dell’associazione Afaq, delle esperienze di dialogo interreligioso nella città di Torino e in Val di Susa. Si sono poi potuti gustare cibi dal mondo, tra henne e ricordi personalizzati scritti in arabo.
Progetti come questi, hanno ricordato dal palco prima della conclusione, hanno permesso ad attori del Terzo Settore, in altre occasioni competitor per l’ottenimento di fondi, di lavorare insieme, di conoscersi di scambiare competenze. Un’esperienza che gli operatori coinvolti quotidianamente nel loro lavoro di accoglienza sembrano avere molta voglia di condividere insieme ai tanti cittadini coinvolti in azioni di volontariato e con il resto della comunità locale.