La Legge di Bilancio 2020 ha confermato gli stanziamenti previsti per il Reddito di cittadinanza (RdC). In linea generale questa è certamente una buona notizia considerando che in Italia le persone in povertà assoluta sono circa 5 milioni (pari all’8,4% della popolazione) e che questa misura ha dotato il nostro sistema di welfare di una forma di reddito minimo prima assente. Con il RdC, infatti, sono state messe in campo risorse per il contrasto alla povertà che non hanno precedenti nella storia del nostro Paese: la Legge di Bilancio dello scorso anno aveva infatti previsto lo stanziamento di 7.100 milioni di euro per il 2019, 8.055 milioni per il 2020 (confermato) e 8.317 milioni per il 2021.
Tuttavia, a quasi un anno dall’avvio, i limiti del Reddito di Cittadinanza sono numerosi ed evidenti. Come ricordava recentemente Maurizio Ferrera, la misura è stata disegnata in tempi eccessivamente brevi e non volendo tener conto di quanto fatto in precedenza sul fronte del contrasto alla povertà (in primis con il Reddito di Inclusione). Ma ad oggi non sono previsti correttivi che potrebbero correggere questi "vizi di origine".
L’unico intervento in materia di Reddito di cittadinanza previsto dall’attuale Manovra riguarda infatti lo stanziamento di risorse aggiuntive a favore dei Centri di Assistenza Fiscale (CAF) e dei patronati. Queste risorse sono finalizzate a garantire le funzioni preliminari relative alla compilazione e all’invio della domanda. In particolare, il comma 479 ha previsto lo stanziamento di 35 milioni di euro a favore dei CAF convenzionati, mentre il comma 480 prevede un incremento di 5 milioni del fondo destinato agli istituti di patronato.