Colf, baby sitter e badanti sono ormai fondamentali nel sistema di welfare del nostro Paese. Di fronte alle difficoltà dello Stato nel fornire servizi in ambiti legati alla cura della persona, e a causa dei concomitanti cambiamenti socio-demografici in atto, queste figure professionali sono sempre più richieste dalle famiglie che hanno necessità di assistere bambini e, soprattutto, anziani. Molti utenti e organizzazioni negli ultimi anni hanno iniziato a percepire la necessità di criteri obiettivi e attendibili per la scelta delle persone a cui affidarsi. Per queste ragioni UNI – Ente Nazionale Italiano di Unificazione, associazione privata senza scopo di lucro riconosciuta dallo Stato e dall’Unione Europea che da quasi 100 anni elabora e pubblica norme tecniche volontarie (le norme UNI appunto), ha pubblicato un documento che definisce i requisiti di conoscenza, abilità e competenza delle figure professionali che operano nell’ambito dell’assistenza familiare, in conformità al Quadro europeo delle qualifiche (European Qualifications Framework).
Cosa prevede la norma
La UNI 11766 (questa la codifica della norma) individua in modo differenziato per le tre distinte attività professionali riconducibili al lavoro domestico (colf, baby sitter e badanti) i compiti e le attività specifiche che devono essere in grado di svolgere per poter essere qualificati in base alla norma stessa. Quest’ultima – che riguarda esclusivamente il lavoro domestico e quindi non si applica alle professioni sanitarie e socioassistenziali, già regolamentate dalla legge – propone in tal senso una specifica tabella in cui sono elencate le conoscenze, le abilità e le competenze in relazione ai compiti che il lavoratore dev’essere in grado di svolgere per poter essere qualificato.
La norma, inoltre, richiama l’importanza della formazione professionale di colf, baby sitter e badanti, che in caso di necessità dovranno svolgere percorsi di formazione e aggiornamento necessari per acquisire conoscenze, abilità e competenze che caratterizzano l’attività dei collaboratori domestici.
La norma, inoltre, contiene in appendice una serie di regole deontologiche che dovranno caratterizzare il comportamento dei collaboratori familiari. Il rispetto della norma, dunque, non si baserà solo su aspetti tecnici, ma anche su criteri etici di corretto comportamento, particolarmente importanti per chi esegue la propria attività lavorativa all’interno dell’abitazione del datore di lavoro, partecipando in questo modo alla vita familiare.
L’esempio delle badanti
La qualificazione, come detto, si baserà su tre livelli distinti: conoscenze, abilità e competenze. Per chiarire meglio questa distinzione e il relativo meccanismo di qualificazione può essere utile prendere in esame il profilo delle/dei badanti.
Tra le conoscenze che la norma UNI 11766 richiede alla badante che si occupa di un anziano o di una persona con disabilità, vi è la conoscenza degli elementi di base di psicologia e delle principali tecniche di relazione e comunicazione; la conoscenza delle nozioni elementari della cultura italiana; la conoscenza dei soggetti a cui rivolgersi in caso di emergenza.
Tra le abilità richieste, la norma indica ad esempio la capacità di effettuare una compagnia non meramente “passiva” ma che possa essere di stimolo e di gratificazione per l’assistito; la capacità di individuare una situazione di pericolo e chiamare in causa le persone/autorità competenti a intervenire; la capacità di utilizzare Internet e di effettuare ricerche anche in situazioni di emergenza; saper usare i principali strumenti di comunicazione (telefono, email, sms); praticare le misure di primo soccorso, utilizzando presidi sanitari e strumenti comunemente presenti nell’abitazione.
Infine per quanto riguarda le competenze la norma richiede al badante di saper dialogare e interagire con l’assistito in accordo con le indicazioni di medici e familiari; di individuare e gestire eventuali situazioni di emergenza; di svolgere attività di animazione o ricreative che siano di stimolo per l’assistito.
Perché la norma rappresenta un passo importante
Secondo l’Avvocato Emanuele Montemarano, coordinatore del gruppo di lavoro UNI che ha sviluppato la norma UNI 11766 “si tratta di un documento di eccezionale valore, dal momento che colma un vuoto normativo e che potrà costituire il punto di riferimento per fare dell’attività di colf, baby sitter e badanti, ormai imprescindibile per milioni di famiglie italiane, un lavoro finalmente qualificato secondo i criteri europei".
Inoltre "trattandosi di una norma tecnica per la quale è possibile ottenere una certificazione da parte di un organismo indipendente" secondo Montemarano "sarà possibile anche per i lavoratori domestici, come per altre categorie di professionisti, ottenere una certificazione attendibile che potrà essere spesa quale fondamentale valore aggiunto nella ricerca del lavoro".
Al contempo le famiglie "sapranno che affidarsi a una colf, baby sitter o badante certificata vorrà dire inserire all’interno della famiglia una persona con conoscenze, abilità e competenze conformi agli standard europei e verificati da un organismo terzo indipendente”.