Rassegna Stampa
Primo Welfare / pensioni

Welfare a rischio, nel 2050 più pensionati che lavoratori

A dirlo è un recente rapporto dell'Ocse. E per invertire la rotta, scrive Dario Di Vico su L'Economia del Corriere della Sera, si potrebbe partire dalla riforma di Quota 100

Il report "Working better with age" dell’Ocse, presentato nei giorni scorsi a Tokyo, segnala che – senza interventi adeguati – entro il 2050 in Italia il numero dei pensionati sarà superiore a quello dei lavoratori. Il combinato disposto tra l’aumento dell’aspettativa di vita e il costante calo demografico porteranno il nostro Paese verso un sistema in cui chi lavora sarà in minoranza e "costretto" a sostenere chi invece non lavora più. È possibile invertire questa dinamica? Secondo Dario Di Vico c’è un provvedimento che sicuramente non aiuta: la mini-riforma previdenziale di Quota 100.

La misura era stata presentata come una sorta di riparazione dei "guasti" della legge Fornero, che avrebbe permesso a molti di andare in pensione prima e a moltissimi – a dire dei proponenti 3 per ogni neo-pensionato – di prendere il loro posto nel mercato del lavoro. Rispetto a quanto preventivato (le stime erano di 300mila fruitori nel primo anno) i numeri reali parlano di un sotto-utilizzo della misura (i dati ci dicono circa 160 mila persone). 

Inoltre, la misura non appare per nulla adeguata per affrontare i cambiamenti segnalati da Ocse. Andrea Garnero, economista presso il direttorato per l’occupazione e gli affari sociali dell’Ocse, sottolinea come "Quota 100 si è rivelata poco equa nei trattamenti tra i diversi segmenti dei pensionandi, costosa e non strettamente necessaria dal punto di vista macro-economico". La strada de seguire dovrebbe essere quella di un "ritiro governato con strumenti flessibili che allunghino i tempi di uscita ma che contemperino le esigenze dei singoli e quelle delle imprese. Magari con forme di part-time negli ultimi anni di lavoro".

Per queste ragioni, scrive Di Vico sul Corriere Economia, di Quota 100 sentiremo molto parlare nei prossimi mesi. "In linea teorica il provvedimento scade nel 2021 e deve essere rifinanziato (nel 2020 costerebbe 4,9 miliardi) ma occorrerà vedere quali orientamenti in materia di lavoro e welfare risulteranno vincenti nel braccio di ferro tra i partiti e all’interno degli stessi", specialmente in questa delicata fase di transizione a livello governativo.


Welfare a rischio, nel 2050 più pensionati che lavoratori
Dario Di Vico, L’Economia – Corriere della Sera, 31 agosto 2019,