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Recentemente è stato pubblicato il primo numero del 2019 della rivista Welfare Oggi. Oltre alle consuete sezioni "Politiche", "Strumenti" e "Operatore sociale" il numero ospita un focus sul rischio di segregazione nel campo della disabilità. La pubblicazione si apre con una lunga lettera aperta firmata dal Club Amici dell’articolo 55 che invita provocatoriamente i lettori a "prendere sul serio" il diritto del Terzo Settore. Il riferimento è al nuovo Codice del Terzo Settore (d.lgs. 117/2017), in particolare al discusso articolo 55, che ha provato a ridisegnare i rapporti tra enti pubblici e Terzo Settore in senso maggiormente collaborativo e meno competitivo (nel rispetto dei principi di trasparenza e parità di trattamento). In un parere della scorsa estate il Consiglio di Stato, interrogato dall’Autorità Nazionale Anti Corruzione (ANAC), ha espresso delle riserve rispetto ad alcuni meccanismi introdotti dall’articolo e da allora tra gli esperti si è sviluppato un ricco confronto sulla natura e sugli strumenti di collaborazione tra il pubblico e il privato sociale.


Ha senso parlare di segregazione e disabilità?

Il focus di questo numero pone a confronto diverse opinioni sul tema della disabilità e della segregazione. Roberto Franchini – docente di Pedagogia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia – ritiene poco produttivo l’impiego del concetto di segregazione nel campo della disabilità: il rischio è di cadere in tecnicismi legati ai requisiti per l’accreditamento delle strutture tralasciando la centralità della persona. Inoltre, secondo Franchini, l’inclusione e la relazione non sono necessariamente un obiettivo primario nel campo della disabilità: l’intervento di supporto deve basarsi sull’approccio della "Qualità della Vita" e sulle caratteristiche che, per ogni individuo e in ogni fase della vita, questo concetto assume.

Secondo Carlo Francescutti – sociologo e responsabile dei servizi per l’Integrazione socio-sanitaria e l’Integrazione lavorativa in un’Azienda per l’Assistenza Sanitaria di Pordenone – il paradigma della segregazione è tutt’altro che irrilevante nel campo della disabilità: questo perché le persone con disabilità spesso vivono in grandi istituti, sono escluse dal mercato del lavoro, sono vittime di maltrattamento. Il richiamo alla segregazione è quindi una questione tecnica ma anche (e soprattutto) politica e sociale. L’approccio della "Qualità della Vita" e la conseguente personalizzazione degli interventi possono avere luogo solo a valle di precise scelte politiche volte a superare logiche segreganti.

Sul tema della disabilità si concentrano anche altri contributi di questo numero di Welfare Oggi: tra questi vi segnaliamo un approfondimento sulla condizione dei minori stranieri con disabilità (maggiormente esposti al rischio di discriminazione) e una riflessione sull’importanza dei siblings (fratelli e sorelle di persone con disabilità).


Politiche e strumenti per l’operatore sociale

La sezione sulle "Politiche" approfondisce le nuove norme sulle occupazioni abusive di immobili e ospita una interessante ricerca di Euricse, l’Istituto europeo di ricerca sull’impresa cooperativa e sociale, che si propone di sfatare alcuni miti e pregiudizi sulle cooperative sociali.

La sezione sugli "Strumenti" si concentra in particolar modo sul tema della comunicazione, affrontandolo sotto vari punti di vista: la comunicazione digitale può essere un valido strumento per veicolare video e messaggi di critica sociale e di contrasto alla discriminazione? Quali strategie di comunicazione possono accompagnare e rafforzare le strategie di sviluppo sociale di comunità? Come la comunicazione può stimolare la partecipazione della cittadinanza? La sezione ospita anche alcune riflessioni sul servizio sociale, in particolare sul ruolo dell’assistente sociale in azienda.