Giovedì 15 Novembre, nella splendida cornice della Sala Mandamentale di Santa Maria Maggiore in Val Vigezzo si è tenuto il kick-off meeting del progetto MINPLUS (Modello di governance territoriale per l’accoglienza e l’integrazione dei Richiedenti Protezione Internazionale) finanziato nell’ambito del programma europeo Interreg Italia-Svizzera.
Il progetto MINPLUS fa riferimento all’asse 5 del programma Interreg Italia-Svizzera, che riguarda il rafforzamento della governance transfrontaliera. MINPLUS affronta infatti un problema comune ad entrambi i lati della frontiera (e dunque ai territori della provincia del Verbano Cusio Ossola e del Cantone Ticino): la significativa presenza di Migranti Richiedenti Protezione Internazionale (RPI) e di Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA). In particolare il progetto mira a stimolare un cambio di paradigma su questo versante: da un approccio al fenomeno di tipo emergenziale ad un approccio strutturale attraverso la progressiva sperimentazione di un modello nel quale siano previsti meccanismi di coordinamento tra pubblico e privato, la partecipazione e la responsabilizzazione di tutti i soggetti coinvolti. Inoltre il progetto mira ad elaborare un modello transfrontaliero di governance della comunicazione pubblica che promuova relazioni positive tra le comunità locali e gli stranieri migranti.
Il Kickoff Meeting di MINPLUS
La giornata è cominciata con i saluti istituzionali. Dopo l’accoglienza del Presidente del Consorzio Intercomunale Servizi Sociali Ossola e il caloroso benvenuto del Sindaco di Santa Maria Maggiore, è intervenuto Augusto Ferrari, Assessore della Regione Piemonte alle Politiche Sociali, della famiglia e della casa. L’Assessore ha evidenziato come MINPLUS si ponga in continuità con le politiche messe in atto dalla Regione Piemonte su questo fronte e ha ribadito la sua posizione in termini di welfare, area rispetto alla quale oggi non si può essere conservatori ma è necessario innovare favorendo la partecipazione degli attori coinvolti sul territorio. Paolo Balzardi del Segretariato Congiunto del Programma Italia-Svizzera ha ribadito come una delle finalità del programma Interreg sia quella di stimolare sinergie tra diversi attori al di qua e al di là della frontiera e ha evidenziato quanto sia importante che MINPLUS ponga al centro della sua attenzione la comunicazione in un momento in cui si registra un aumento della xenofobia. La mattinata è proseguita con altri interventi da parte del Consorzio Intercomunale dei Servizi Sociali Ossola, della Divisione dell’Azione Sociale e delle Famiglie del Canton Ticino e dell’ente di formazione Filos. Si sono tratteggiate le caratteristiche salienti dei sistemi di integrazione nella realtà svizzera e in quella italiana e si sono messi in fila gli obiettivi del progetto.
Certamente i nodi dell’accoglienza e dell’integrazione sono gli stessi: la formazione, l’inserimento al lavoro, la situazione abitativa, e per i minori il difficile passaggio alla vita adulta. Diverso il quadro delle politiche, anche in termini di risorse economiche. Tuttavia, per soffermarsi sul versante italiano, in Piemonte al 31 gennaio 2018 i MSNA erano 562 (in gran parte maschi), accolti da 47 enti gestori. Nella regione si è registrato un alto numero di richieste (685) di aspiranti tutori volontari (in attuazione della Legge 47/2017), un segno di speranza in un contesto spesso contrassegnato da chiusure e paure.
Il pomeriggio è cominciato con l’intervento della direttrice di Percorsi di secondo welfare Franca Maino, che ha ricondotto il progetto al più ampio contesto dei mutamenti del welfare che hanno interessato le società occidentali anche a causa delle migrazioni. Centrale il riferimento al concetto di governance collaborativa, concetto – quest’ultimo – che riguarda da vicino le ambizioni del progetto MINPLUS: si tratta infatti di un modello di governance basato su legami forti tra gli attori coinvolti, su un alto senso di appartenenza e coinvolgimento, su relazioni inclusive verso l’esterno e su una struttura flessibile e coesa. L’intervento successivo ha tratteggiato il percorso di ricerca nel quale saranno coinvolti il Centro Einaudi, attraverso Percorsi di secondo welfare, e Filos. Questo lavoro di ricerca si prefigge di mappare i sistemi di accoglienza e integrazione, di attuare una sistematica ricognizione delle buone pratiche e di preparare il terreno per la sperimentazione di nuovi dispositivi di governance interistituzionale.
La giornata si è conclusa con il confronto tra le buone pratiche ed esperienze virtuose realizzatesi nei due contesti territoriali. Si è trattato, ad esempio, dell’esperienza della Regione Piemonte, sia come Direzione Coesione Sociale che come Settore Comunicazione. Come non citare a questo proposito il portale Piemonte Migrazione che rappresenta un punto d’eccellenza per la sistematica raccolta di contenuti informativi relativi all’immigrazione. Vanno inoltre annoverate le esperienze artistiche come la web serie Passaggi o la mostra itinerante Exodos. Durante il pomeriggio sono state presentate inoltre le esperienze dei Foyer della Croce Rossa a Lugano, i percorsi di formazione e inclusione lavorativa gestiti dalla cooperativa novarese Integra, l’esperienza della scuola media di Barbengo cha ha incluso – grazie agli sforzi e alla tenacia del Preside e degli insegnanti- decine di MSNA nelle proprie classi. Pillole di buone pratiche meritevoli di essere approfondite, conosciute, raccontate perché non ne vada disperso il processo di apprendimento che hanno generato.
Il logo del progetto MINPLUS
MINPLUS è ufficialmente cominciato e rappresenta una sfida ambiziosa, in controtendenza e necessaria per la gestione di un fenomeno che riguarda in modo strutturale la nostra società. Si ricorda che capofila del progetto sono per parte italiana il Consorzio Intercomunale Servizi Sociali Ossola (CISS), per parte svizzera la Divisione Azione Sociale e Famiglie del Cantone Ticino; altri partner sono la Divisione Formazione Professionale (Cantone Ticino), la Regione Piemonte, Direzione Coesione Sociale, la Cooperativa Integra, Filos società cooperativa e il Centro Einaudi (con il nostro Laboratorio Percorsi di secondo welfare). Il progetto ha durata triennale.
Riferimenti