L’Osservatorio sullo Smart Working del Politecnico di Milano, giunto al suo settimo anno di attività, il 30 ottobre ha presentato i dati della ricerca annuale sulla diffusione dello smart working nel nostro Paese.
A un anno dall’approvazione della legge sul Lavoro Agile, la ricerca ha rilevato alcuno dati significativi, come riportato negli articoli che vi segnaliamo di seguito: 480 mila smart worker in Italia (in crescita del 20% dall’anno precedente), il 56% delle grandi imprese del campione utilizzato ha a regime modalità strutturate di smart working (contro il 36% dell’anno precedente). Nelle PA c’è un lieve aumento dei progetti strutturati, dal 5% all’8%. Seppur si tratti di un aumento del 60%, se si considera l’obbligo di introduzione del lavoro agile previsto dalla riforma del Pubblico Impiego, il dato resta ancora molto basso; è rilevante in tal senso che la percentuale di chi si dichiara incerto è salita dal 20 al 38%. Tra le PMI prevalgono invece iniziative informali, 16%, mentre quelle strutturate passano dal 7 all’8%. È significativo che la quota più consistente di risposte, il 38%, esprime disinteresse (nel 2017 era il 40%).
Vi segnaliamo che nei prossimi giorni Percorsi di secondo welfare pubblicherà una riflessione approfondita sul tema, a partire dai dati e dalle riflessioni emersi in occasione della presentazione della ricerca dell’Osservatorio Smart Working.
Smart working? Boom nelle grandi aziende e si muove anche il settore pubblico
Stefano Casini, Corriere Innovazione, 30 ottobre 2018
I lavoratori "agili" sono quasi mezzo milione. Primi passi nella Pa, ma è in ritardo
Repubblica, 31 ottobre 2018
Il lavoro smart crea benessere e migliora efficienza e risultati
Mauro Pizzin, Il Sole 24 Ore, 31 ottobre