Il ripristino di quota 100 premia gli uomini e i dipendenti pubblici ma penalizza le donne e i giovani. Lo ha affermato il presidente dell’Inps Tito Boeri, nell’audizione alla Commissione Lavoro della Camera. L’introduzione di quota 100, ha detto, «è un’operazione che fa aumentare la spesa pensionistica mentre riduce in modo consistente i contributi previdenziali anche nel caso ci fosse davvero, come auspicato dal governo, una sostituzione uno a uno tra chi esce e chi entra nel mercato del lavoro.
Uscite consentite con un minimo di 38 anni di contributi e 62 di età oppure abolendo l’indicizzazione alla speranza di vita dei requisiti contributivi minimi per la pensione anticipata (a tutte le età) – ha spiegato Boeri – portano ad un incremento nell’ordine di 100 miliardi del debito pensionistico destinato a gravare sulle generazioni future e, già nel 2021 a un incremento ulteriore (oltre la famosa gobba) di circa un punto di pil della spesa pensionistica».
Pensioni, Boeri: "Quota 100? Così il debito sale di 100 miliardi, danneggia giovani"
La Stampa, 11 ottobre 2018