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La Giornata Nazionale della Previdenza, la tre giorni di incontri dedicati ai temi del welfare e delle pensioni giunta alla seconda edizione, si è aperta a Milano lo scorso 10 maggio con il messaggio del Presidente della Repubblica. Napolitano ha ricordato la necessità di fornire a tutti i cittadini, e soprattutto ai giovani, occasioni come la GNP per una corretta e completa informazione previdenziale. Specialmente in questo momento, con il passaggio al regime contributivo. Hanno partecipato all’edizione 2012 più di 80 espositori, e 170 relatori tra esperti, rappresentanti delle istituzioni e operatori del settore si sono confrontati durante gli incontri in programma.

L’evento – che si è arricchito in questo secondo anno di una mostra sul welfare integrativo aziendale dedicata ad Adriano Olivetti – ha affrontato, partendo dai temi del risparmio e della previdenza complementare, diversi argomenti legati al welfare. I numerosi strumenti di welfare aziendale e le novità in tema di conciliazione famiglia-lavoro, il ruolo del mercato assicurativo e il problema della non autosufficienza, ma anche il rapporto tra welfare e Terzo settore e le sinergie tra i diversi attori di quello che viene ormai spesso chiamato “secondo welfare”. A questo proposito il Presidente Napolitano ha menzionato il progetto GSE. Energie per il sociale, presentato alla Camera dei Deputati proprio lo scorso 14 maggio. L’iniziativa del Gestore dei Servizi Energetici, società di proprietà del Ministero dell’Economia e delle Finanze, nasce per promuovere un nuovo modello di responsabilità sociale d’impresa attraverso la creazione di sinergie tra gli operatori del Terzo settore e le imprese delle energie rinnovabili per l’installazione di impianti di alta qualità e di interventi di efficientamento energetico, mobilità sostenibile e illuminazione intelligente. Una delle tante testimonianze del tentativo di innovazione sociale del pubblico, che si fa promotore di soluzioni in grado di coinvolgere i diversi attori che vivono e operano sul territorio, “attivandone” le risorse finanziarie e organizzative.

Alberto Brambilla, organizzatore della GNP e autorevole voce del Corriere della Sera, ha spiegato come in buona parte dell’Europa, specialmente nei paesi scandinavi e in Gran Bretagna, la corretta e puntuale informazione previdenziale e finanziaria è considerata un diritto dei cittadini, e soprattutto dei più giovani. In Italia invece il 40% delle persone conosce qualcosa sulle pensioni, e solamente il 15% è un po’ più informato. Un sistema previdenziale in buona salute è un grande contributo alla coesione sociale: se il 26% dei lavoratori italiani ha aderito alla previdenza complementare, i giovani tra questi sono meno del 10%. Si aggiunga poi che mentre oggi circa 7 milioni di pensionati – il 30% del totale – ricevono una pensione integrata dalle finanze pubbliche, chi ha iniziato a lavorare dal 1996 non avrà questa fortuna e riceverà quel che ha effettivamente versato durante la propria carriera lavorativa. E’ quindi cruciale che i giovani conoscano lo strumento dei fondi pensione, che in Italia hanno ancora adesioni troppo basse. In un’epoca che combina drammaticamente invecchiamento demografico e stretti vincoli di budget, non è un segreto che lo Stato non possa pensare a tutto: responsabilità collettiva e individuale devono coniugarsi all’interno di un nuovo “welfare mix” costituito dalla co-responsabilizzazione di individuo, stato e impresa.

Il direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli ha letto il messaggio del sindaco di Milano. Giuliano Pisapia ha voluto ribadire la necessità di parlare dei limiti del nostro sistema di welfare, che pesa ancora troppo su donne e famiglie e lascia i giovani senza prospettive. Devono nascere nuovi modelli di welfare sostenibile, che non possono fare a meno del contributo del mondo imprenditoriale. Tanti gli esempi di imprenditori che si sono fatti carico in passato di “aiutare” lo Stato: non solo Olivetti ma anche Carlo Erba, Mario Negri e Ferdinando Bocconi, per citare alcuni milanesi illustri.

Un nuovo welfare che sia in grado di promuovere la crescita del territorio e del suo tessuto produttivo, anche grazie all’utilizzo della previdenza complementare come motore di sviluppo e investimento. La previdenza è sempre considerata come un modo di coprire i buchi dell’assistenza, anziché vederne le potenzialità di attivatore di coesione sociale. L’auspicio di Raffaele Jerusalmi, AD di Borsa Italiana, è invece che i fondi pensione possano essere in futuro destinati al finanziamento di investimenti produttivi. E non solo, il sistema pensionistico tocca profondamente il tema dell’equità tra generazioni, e influenza il buon funzionamento del Paese attraverso la salute delle sue istituzioni.

Il Presidente dell’INPS Antonio Mastrapasqua ha poi definito la recente riforma del sistema pensionistico una “riforma di tutti”, che costituisce la fine di un percorso durato un ventennio e sfociato finalmente in una soluzione di lungo periodo basata su tre capisaldi: equità, sostenibilità e convergenza per quanto riguarda le scadenze. Certo, esiste ancora una disparità evidente tra le pensioni future e quelle in essere, che hanno importi medi superiori del 30-40% rispetto a quelle calcolate con il sistema contributivo. Il problema degli esodati – ha concluso Mastrapasqua – seppur reale e drammatico, sta “macchiando” una riforma corretta. I privilegi dei genitori – ha continuato – non sono più sostenibili, e vanno a discapito dei figli. In un paese come l’Italia poi, in cui i tassi di sostituzione sono più alti che nel resto d’Europa, l’informazione previdenziale ai cittadini è scarsa e lo è ancor meno la conoscenza della previdenza complementare. Si è molto parlato di “busta arancione”, e oggi l’INPS è pronta, dopo un grande lavoro di pulizia e riordino degli archivi, a rispettare il proprio dovere di informazione agli iscritti. L’azienda partirà quindi a breve con la simulazione del calcolo della pensione nel tentativo di fare didattica e sensibilizzazione sui meccanismi previdenziali, soprattutto a beneficio dei giovani iscritti. Purtroppo, ha ammesso con rammarico il presidente, gli archivi INPDAP sono talmente incompleti e disordinati da non essere ancora fruibili.

De Bortoli, riprendendo il richiamo del sindaco Pisapia alla responsabilità sociale delle imprese, ha introdotto i racconti delle esperienze di alcune aziende impegnate nello sviluppo di sistemi di welfare aziendale per i dipendenti. Francesca Merella, direttore risorse umane di Cisco, ha spiegato come, in seguito all’individuazione del tema della conciliazione famiglia-lavoro – attraverso l’analisi di clima condotta annualmente dalla società – come prima necessità delle persone in azienda, specialmente di donne e giovani, Cisco abbia iniziato a utilizzare i sistemi tecnologici che sono il proprio core business proprio a vantaggio dei lavoratori per implementare misure di mobile working che non vincolino alla presenza sul luogo di lavoro. La direzione risorse umane sta iniziando a studiare un welfare interno di ispirazione anglosassone, che dia cioè la possibilità a ogni dipendente di scegliere la propria combinazione di benefit all’interno di un “panel” di strumenti messi a disposizione dall’azienda. Il nuovo sistema consentirebbe di utilizzare meglio le risorse disponibili per soddisfare i bisogni reali, e avrebbe dunque un impatto più diretto sul benessere organizzativo.

Antonio Migliardi, responsabile HR & Organization di Telecom Italia, ha raccontato invece l’interessante percorso intrapreso dell’azienda nell’ultimo decennio. Il passaggio dal monopolio alla competizione ha spinto un importante processo di ristrutturazione aziendale, che ha portato da un organico di circa 300.000 persone nel 2001 agli attuali 56.000 impiegati. Fino al 2007 i problemi aziendali sono stati affrontati tramite strategie di spin-off e outsourcing che hanno contribuito al massiccio calo del numero dei dipendenti, e all’acuirsi delle tensioni con le rappresentanze sindacali. Dal 2007 è iniziato invece un processo di nuova internalizzazione, caratterizzato da una fase di dialogo costruttivo con i sindacati e di sforzo per la valorizzazione del welfare. Strutture preesistenti, come il fondo di assistenza sanitaria integrativa istituito nel 1980 insieme ai sindacati per coprire dipendenti e famigliari a carico, sono state integrate da iniziative nuove e sempre realizzate con i sindacati, come l’offerta di lavoro part-time finalizzata all’assunzione per neolaureati, opportunità di life-long learning e campagne di informazione che hanno incrementato negli anni il numero dei dipendenti iscritti al fondo di previdenza complementare Telemaco, oggi all’83%. Un clima aziendale e di relazioni sindacali che sta incidendo positivamente anche sulla difficile situazione del gruppo, che da più di un anno utilizza contratti di solidarietà per evitare quasi 2.000 licenziamenti.

Anche Nicola Pelà, Responsabile Risorse Umane del gruppo Luxottica, ha raccontato come l’ormai famosissimo welfare aziendale interno sia nato proprio da un momento di crisi. E’ stata infatti la difficile situazione economica del biennio 2008-2009 a portare all’attenzione del fondatore Del Vecchio e dell’AD Guerra la condizione delle famiglie, specialmente quelle degli operai, il cui reddito reale stava calando drammaticamente. La scelta è stata però quella di coinvolgere le parti sindacali nel nuovo progetto di welfare per i dipendenti. Il programma welfare, le cui risorse non derivano da un dono di stampo paternalistico ma sono finanziate attraverso un piano di miglioramento della qualità della produzione, è caratterizzato da un sistema di governance bilaterale che decide di anno in anno gli indicatori di qualità e l’allocazione delle risorse.

Maria Bianca Farina, AD di Poste Vita, il gruppo assicurativo di proprietà di Poste Italiane, ha invece raccontato come l’impegno dell’azienda rispetto al tema del welfare si sia sviluppato seguendo due direttrici parallele. Da un lato attraverso l’implementazione di servizi come part-time, parcheggi “rosa” per donne in attesa, formazione per i disabili e servizi tecnologici, sperimentazione di percorsi sanitari e convenzioni con asili nido rivolti alle risorse umane all’interno del gruppo, circa 150.000 dipendenti tra cui molte donne. Dall’altro invece la volontà della società di assumere un ruolo sociale per tutti i cittadini con l’offerta di pacchetti assicurativi previdenziali e sanitari che coprano le esigenze di base a prezzi accessibili. Compresa anche una piattaforma per gli anziani che include servizi come l’assistenza in caso di infortunio e agevolazioni per il ritiro della pensione.

Marco Vernieri, direttore del personale di Intesa Sanpaolo, ha sostenuto l’opportunità di guardare alla previdenza non solo come fonte di risparmio ma anche di nuova occupazione. Proprio per questo la direzione risorse umane del gruppo sta studiando un progetto di “pensionamento graduale” che consenta ai lavoratori più anziani la diminuzione graduale delle ore di lavoro, compensata dall’inserimento di nuove risorse in azienda senza costi aggiuntivi.

L’assessore alle Politiche per il Lavoro, Sviluppo economico, Università e ricerca del Comune di Milano Cristina Tajani è poi intervenuta per esprimere la soddisfazione dell’amministrazione comunale per la scelta ancora una volta di Milano come sede della manifestazione. Un evento che si ricollega idealmente a quello organizzato dal Comune per il prossimo giugno: una tre giorni di incontri ed eventi a Milano sui temi del lavoro. Iniziative che rilevano lo sforzo comune di pubblico e privato per un nuovo modello sociale più ampio e partecipato, riprendendo – come ha fatto la Tajani – la definizione di “secondo welfare” fornita da Maurizio Ferrera. E’ proprio all’interno del secondo welfare che gli enti locali devono assumere un nuovo ruolo di “accompagnatori” dei cittadini e della società civile verso una corretta consapevolezza circa le attese future, e una puntuale informazione sulle soluzioni.
Pensando poi che la tradizione ambrosiana non è nuova alle sperimentazioni sociali, non appare così strana la ripresa di tradizioni antiche come il mutualismo in chiave moderna. Un esempio di collaborazione pubblico-privato è certamente costituito dalla Fondazione Welfare Ambrosiano, un progetto per l’offerta di servizi di welfare territoriale alla cittadinanza nato per volontà di un eterogeneo gruppo di fondatori (Comune di Milano, Provincia di Milano, Camera di Commercio di Milano, CGIL, CISL e UIL). Il microcredito, prima attività della Fondazione iniziata nell’ottobre 2011, ha già erogato più di 300.000 euro di prestiti agevolati, mentre a settembre 2012 partirà il nuovo progetto di anticipazione dell’indennizzo di mobilità, realizzato in base a un vecchio accordo con l’ABI per l’anticipazione sociale dell’indennità di cassa integrazione guadagni.

Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero, in collegamento telefonico, ha chiuso la conferenza di apertura della GNP 2012 ribadendo l’esigenza di una riforma delle pensioni severa per far fronte alla grave crisi finanziaria del paese. Una riforma che deve essere necessariamente, ha continuato il ministro, accompagnata da un altrettanto efficace intervento sul mercato del lavoro perché sia più inclusivo e dinamico, così da favorire l’ingresso delle categorie oggi svantaggiate come i giovani, le donne e i lavoratori più anziani. In tema di previdenza, Fornero ha anche espresso la necessità di verifiche di sostenibilità anche per le casse professionali, che dovranno anch’esse dimostrare di essere economicamente sostenibili.

 

Riferimenti

Il sito della GNP 2012

La mostra sul welfare aziendale dedicata ad Adriano Olivetti

Il contributo pubblicato su secondowelfare sull’incontro “Le nuove sfide del welfare: il ruolo delle fondazioni di origine bancaria” organizzato dall’ACRI durante la GNP 2012

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