Secondo la ricerca di Isimm Ricerche, nei Paesi dell’area Ocse la quota di popolazione con più di 65 anni è quasi raddoppiata negli ultimi 40 anni, dal 9% del 1960 al 17% attuale e si prevede che aumenterà al 28% entro il 2050. Tradotto: un abitante su quattro sarà un over 65. L’Italia da questo punto di vista è destinata a conservare il triste primato di anziano di Europa, con l’età media più alta di tutto il Continente: sempre nel 2050 gli anziani saranno il 34,3%, uno su tre.
In Italia, quindi, aumenta l’aspettativa di vita, ma non sempre si invecchia "meglio". Se si guarda però la speranza di vita in buona salute a 65 anni, definita come da Eurostat come gli anni di vita che ci si aspetta di vivere senza limitazioni delle funzioni o disabilita, il quadro cambia sensibilmente e il nostro Paese si posizione al quintultimo posto in Europa.
Per questo continua a crescere la domanda relativa all’assistenza degli anziani. Lo studio rileva come il 2% delle oltre 12.200 strutture residenziali italiane sia pubblico, mentre la quota restante sia di privati accreditati con il sistema sanitario nazionale. Il 36% sono privati non profit, il 22% privati profit e il 15% enti religiosi. Non che il nostro Paese non si muova, ma l’aumento dei posti letto offerto – in Italia sono aumentati del 3,3% dal 2005 al 2015 – sembra non stare al passo con la domanda di assistenza.
Una prima risposta delle famiglie è quella di affidarsi alle badanti, cresciute del 50% negli ultimi 5 anni. In media però la spesa si attesta a 920 euro al mese per un totale – si stima – di 9miliardi mobilitati per 1,5 milioni di-anziani. Una soluzione che può permettersi soltanto quella fetta di Paese, comunque molto consistente, che oggi ha una casa di proprietà.
Anziani, troppe badanti e poco welfare un conto da 50 miliardi e cresce il privato
Flavio Bini, La Repubblica, 25 giugno 2018