Il contesto progettuale
Il dibattito pubblico degli ultimi anni ha messo più volte in luce come, nel sistema italiano di istruzione, meriti e talenti non siano adeguatamente riconosciuti, valorizzati e premiati. Ciò vale per gli studenti, ma anche e forse soprattutto per i docenti. Senza meritocrazia fra i docenti non può essere promossa una vera meritocrazia fra gli studenti: non è solo una questione di incentivi, ma prima ancora di cultura educativa e “civica”. Il sistema pubblico ha mostrato enormi difficoltà a riformarsi dall’interno, ossia attraverso provvedimenti adottati dal Ministero, vincolanti per tutti. Bisogna continuare a premere per questo tipo di riforma, ma è opportuno sperimentare anche strategie complementari e indirette, volte ad attivare dall’esterno dinamiche in direzione meritocratica. Questa è stata in parte l’esperienza di altri paesi, soprattutto nel mondo anglo-sassone, anche grazie al contributo delle Fondazioni senza scopo di lucro. L’iniziativa di ricerca svolta nel corso del 2011 dal Dipartimento di Studi del Lavoro e del Welfare dell’Università degli Studi di Milano per conto della Fondazione Cariplo si è proposta di dare un contributo in questa direzione, offrendo una riflessione sui possibili percorsi di rafforzamento e promozione della “qualità” del nostro sistema di istruzione. Il gruppo di ricerca è stato coordinato da Maurizio Ferrera ed era composto da Matteo Jessoula, Ilaria Madama e Franca Maino.
La ricerca
La ricerca ha avuto come obiettivo un’analisi comparata sulle iniziative delle grandi Fondazioni anglo-sassoni in tema di promozione del merito e dell’eccellenza di studenti e docenti nella scuola secondaria. In particolare, la ricerca si è sforzata di identificare e analizzare in profondità alcune “buone pratiche” intraprese da un campione di Fondazioni USA e del RU per stimolare dall’esterno l’attivazione di dinamiche meritocratiche all’interno del sistema pubblico d’istruzione, con specifico riferimento al segmento della scuola secondaria superiore.
Il lavoro di ricerca ha mirato a puntare la lente su quelle iniziative volte a promuovere e sostenere la qualità e l’eccellenza espressamente dedicate agli studenti che si distinguono per l’elevato livello dei risultati conseguiti – valutato sulla base di test standardizzati – con il coinvolgimento dei docenti più bravi, opportunamente compensati, ovvero a programmi finalizzati a riconoscere, rilevare e segnalare le capacità e l’efficacia dei docenti nonché a sperimentare meccanismi premiali per gli insegnanti che si distinguono per impegno e creatività nelle attività extra-curricolari, ad esempio attraverso premi monetari individuali quali teacher prizes, grants, fellowships, ecc.
L’analisi è stata condotta con riferimento Gran Bretagna e Stati Uniti, paesi nei quali l’attività delle fondazioni in generale e della promozione della qualità e dell’eccellenza di studenti e docenti nella scuola secondaria da parte delle stesse istituzioni e/o associazioni filantropiche è maggiormente sviluppata e istituzionalizzata. La ricerca empirica si è avvalsa di metodi qualitativi, quali l’analisi di fonti bibliografiche, rapporti e studi, nonché la “mappatura” dei siti web rilevanti; a questi si è aggiunta soprattutto la conduzione di una serie di interviste semi-strutturate con i responsabili di fondazioni, charities, enti di ricerca nonché di strutture della pubblica amministrazione operative nel settore.
I principali risultati
I programmi di maggior interesse individuati dalla ricerca sono 13. Le caratteristiche e l’efficacia di tali programmi vengono illustrate nel dettaglio al’interno del Rapporto. In estrema sintesi, tuttavia, i programmi selezionati si muovono lungo cinque principali direttrici, che appaiono rilevanti anche per il caso italiano:
1. identificazione degli studenti più promettenti e dei docenti più efficaci
2. arricchimento dell’offerta formativa e competizione
3. promozione dei talenti tramite opportunità di svolgere ricerca applicata
4. ampliamento della quota di studenti “eccellenti” tramite il contrasto alle condizioni di svantaggio
5. premialità per i docenti “più efficaci”.
Possibili progetti pilota per il caso italiano e prospettive di ricerca
Nella sezione conclusiva del Rapporto vengono elaborate alcune proposte operative su come il sistema italiano delle Fondazioni potrebbe avviare un percorso di approfondimento conoscitivo e di vere e proprie sperimentazioni programmatiche ispirate agli esempi inglesi e americani.
Di seguito vengono riprese brevemente alcune di queste proposte.
- Identificazione degli studenti più promettenti attraverso la predisposizione e la gestione di test standardizzati per le aree disciplinari nelle quali il paese è tipicamente più carente a cui gli studenti possono sottoporsi su base volontaria e i cui risultati possono essere utilizzati per ottenere premi/riconoscimenti. Il modello di riferimento è quello dei test statunitensi SAT/ACT (ma anche EXPLORE e PLAN)
- Arricchimento dell’offerta formativa tramite l’avvio di competizioni in settori disciplinari specifici su progetti svolti dagli studenti (sulla scorta dei programmi Crest Awards e National Science & Engineering Competition britannici e Toshiba/NSTA ExploraVision Awards americano) per il conseguimento di premi di varia natura, anche in denaro.
- Borse di studio per finanziare periodi di placement degli studenti durante il periodo estivo presso strutture universitarie, istituti di ricerca pubblici e privati ovvero anche aziende in cui svolgere ricerca applicata. Il modello di riferimento è il programma Science Bursaries britannico.
- Ampliamento della quota di studenti “eccellenti” attraverso un sostegno mirato durante la scuola secondaria per gli studenti più brillanti ma provenienti da contesti relativamente sottoprivilegiati (dal punto di vista sociale, economico o culturale) finalizzato ad elevare le loro aspirazioni, sostenerne la fiducia e l’autostima, oltre che fornire una guida efficace verso l’istruzione universitaria. Il programma – sulla scorta delle iniziative Reach for Excellence (UK, finanziato dal Sutton Trust) e Next Generation Venture Fund (US, lanciato dalla Goldman Sachs Foundation) – mirerebbe pertanto a svolgere un’azione preventiva prolungata e di supporto nel corso degli ultimi anni della scuola secondaria superiore, con il fine ultimo di favorire l’accesso degli studenti inseriti nel programma a istituzioni accademiche di alto livello e orientate alla ricerca.
- Risorse alle scuole che si impegnano a predisporre sistemi premiali per i docenti “più efficaci”, sulla scorta dell’iniziativa “Empowering Effective Teachers” della Fondazione Bill e Melinda Gates. Concretamente la fondazione finanzierebbe l’attuazione di piani di riforma, proposti dalle scuole, che hanno come obiettivo quello di incidere sul modo in cui gli insegnanti vengono sostenuti nel proprio lavoro e ricompensati. I docenti più capaci verrebbero dunque premiati dalle fondazioni per via indiretta, attraverso il sostegno alle scuole che propongono e poi gestiscono operativamente gli interventi.
- Avvio di un progetto pilota di “Talent Search” sulla scorta delle esperienze del “Center for Talented Youth” della John Hopkins University (CTY) e del “Talent Identification Program” della Duke University. Tali programmi, sponsorizzati da numerose fondazioni, offrono l’opportunità agli studenti delle scuole primarie e secondarie di “misurare” i propri talenti attraverso test specifici per poi indirizzare i più dotati verso percorsi formativi ad hoc di livello accademico. Per consentire la partecipazione ai percorsi formativi degli studenti sprovvisti dei mezzi necessari per far fronte alle spese di iscrizione e di frequenza, possono essere previste borse di studio, finanziate da più fondazioni.
- Studio di un progetto pilota “Teach for the South”, sulla scorta dell’esperienza del programma ventennale “Teach for America”. Tale programma incentiva sul piano economico i laureati migliori ad impegnarsi nell’insegnamento per un periodo limitato (due anni) nei contesti urbani e rurali più svantaggiati al fine di promuovere le opportunità educative e l’eccellenza dell’insegnamento.
- Finanziamento di un’agenzia sul modello della “What works clearinghouse” statunitense volta a dotare l’Italia di un’infrastruttura “epistemica” per il policy-making, capace di diagnosticare correttamente i problemi, proporre soluzioni, monitorare gli sviluppi, effettuando valutazioni. Più nel dettaglio la What works clearinghouse statunitense si occupa di valutazione e pubblica guide pratiche rivolte a scuole, docenti e policy-makers con raccomandazioni evidence-based rispetto a “ciò che funziona” in materia di istruzione.