All’inizio di febbraio ha avuto luogo a Milano la XIII Convention di CGM – Consorzio Gino Mattarelli. L’incontro è stato un’occasione e di confronto per tutte le imprese sociali che compongono il Consorzio e per tutti gli attori con i quali questa realtà collabora. Nell’ambito del convegno sono inoltre state condivise riflessioni e buone pratiche locali. Una delle iniziative lanciate è Ataya App, la prima applicazione dedicata agli studenti stranieri con un basso livello di scolarizzazione.
L’italiano? Facile come bere un tè
Lo strumento è stato realizzato dalla Cooperativa Impresa Sociale Ruah (parte del Cosorzio CGM), realtà nata nel 2009 e attiva nel campo dell’integrazione sociale dei cittadini italiani e stranieri. L’impresa sociale si dedica principalmente all’accoglienza, alla formazione e all’inserimento lavorativo di migranti. Al fine di sostenere il percorso di inclusione, Ruah ha istituito una Scuola di italiano che offre corsi rivolti ad un’utenza molto variegata: dal migrante economico al richiedente asilo, sino allo studente giunto in Italia per frequentare l’università. Come sottolineano le referenti del progetto, Adriana Perna ed Elisabetta Aloisi, a percorsi diversi corrispondono differenti approcci motivazionali: per il richiedente asilo "spesso l’Italia non è l’approdo definitivo" perciò, a differenza del migrante economico, "l’apprendimento della lingua italiana non è sempre percepito come di primaria utilità”. A questa difficoltà si aggiunge il fatto che quasi tutti i richiedenti asilo che frequentano la Scuola di italiano Ruah sono spesso analfabeti totali o con una scarsa alfabetizzazione pregressa.
Alla luce di questi elementi, l’impresa sociale ha elaborato nel 2016 un manuale di lingua italiana multilivello chiamato Ataya. Il nome dell’iniziativa editoriale è una parola in wolof (lingua senegalese) che indica la cerimonia del tè. Questo concetto definisce l’approccio di Ruah all’apprendimento della lingua italiana: Ataya, il rituale del tè, rappresenta il tempo necessario per trovare familiarità nella propria formazione linguistica. Ataya rappresenta però anche un’azione concreta e quotidiana. Nelle parole di Adriana Perna, le dieci unità del manuale si concentrano quindi sull’insegnamento di un italiano "concreto e spendibile partendo dalle richieste più semplici e quotidiane, come il recarsi in un negozio e domandare le migliori offerte telefoniche”.
Dopo il successo del manuale, l’impresa sociale ha deciso di lanciare una App basata sul percorso di apprendimento Ataya. In questo modo Ruah intende andare incontro alle esigenze dei migranti che per ragioni psicologiche, organizzative o geografiche non riescono ad accedere ad un corso di lingua italiana. La App è inoltre uno strumento di approfondimento per insegnanti e studenti dei corsi di lingua italiana. Tale strumento rappresenta infatti un canale di apprendimento intuitivo e coinvolgente: ogni unità di studio ha come input un video che rimanda a scene di vita quotidiana. In questo modo lo studente – sia che frequenti un corso sia che apprenda la lingua individualmente – ha modo di comprendere immediatamente l’utilità della lingua in un contesto concreto.
Ataya App, sviluppata in collaborazione con MindTek, sarà completata nel mese di maggio 2018 e sarà scaricabile gratuitamente su dispositivi Android.