Il Premio Nobel per la Pace nel 2006 fu conferito all’economista Muhammad Yunus e alla sua Grameen Bank per il microcredito, per il loro sforzo di creare uno sviluppo economico e sociale dal basso. La lunga e fortunata attività di Grameen ha avuto anche il merito di sfatare molti miti, come quello che faceva della povertà un problema troppo complesso da gestire.
L’Italia è uno dei pochi Paesi europei ad aver dato una base giuridica al micro credito, disciplinato dagli articoli 111 e 113 del Testo Unico Bancario e dal decreto attuativo del ministro dell’Economia e delle Finanze n. 176 del 17 ottobre 2014. Per quanto riguarda il micro credito sociale alle persone, l’importo massimo è stabilito in 10 mila euro da restituire al massimo in cinque anni, senza l’assistenza di garanzie reali. Mentre, ai sensi di tale normativa, le principali caratteristiche del micro credito imprenditoriale alle micro imprese prevede un importo massimo pari a 25mila euro (elevabile in determinati casi a 35mila euro) con una durata massima di 7 anni (elevabile in alcuni casi a 10 anni).
I bassi tassi di sofferenza, infine, dimostrano come il microcredito sia un modello di business del credito di successo basato sui valori della dignità, della solidarietà e della sussidiarietà. Secondo Grameen il tasso di recupero è pari al 98 per cento e l’affidabilità dei finanziati è molto elevata tanto più i prenditori del prestito sono donne.
Dal nobel Yunus agli ultimi studi. Uno strumento contro la povertà
Francesco Perrini, Il Corriere della Sera, 24 ottobre 2017