“Un gioco di squadra per il Paese” è lo slogan dell’iniziativa che il 2 dicembre scorso ha visto riuniti a Milano i gruppi dirigenti e i delegati delle Cisl del Nord (Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna e Liguria), per presentare un documento di analisi e di proposte che, partendo dalle questioni dello sviluppo e del welfare, mira ad offrire un contributo alla ripresa economico-sociale delle regioni del Nord, un’area strategica per l’Italia.
Il Nord, ha spiegato Gigi Petteni, segretario generale della Cisl Lombardia, dispone di “energie sociali, risorse accumulate, saperi e reti di welfare anche di tipo sussidiario che possono favorire, con strumenti nuovi ed innovativi, crescita e sviluppo”. Al Convegno hanno partecipato i segretari generali delle Cisl delle cinque regioni del Nord nonché i presidenti delle stesse regioni: Claudio Burlando, Roberto Formigoni, Luca Zaia, Roberto Cota e Vasco Errani. Stringere un Patto tra Regioni, sindacati e imprenditori, per ridare slancio al potenziale di sviluppo del Nord. Per raggiungere questo obiettivo, oltre a rilanciare le relazioni industriali, infrastrutture e welfare sono considerate le due aree strategiche da sostenere e promuovere nei prossimi mesi. Con riferimento al welfare la scommessa – come sottolineato da Dario Di Vico in un articolo uscito il 1 dicembre – è che si possa ripartire dalla contrattazione, sia aziendale che territoriale, per produrre efficienza e rendere più attraenti gli investimenti nelle regioni del Nord.
A testimonianza della rilevanza che riveste il tema del welfare per la CISL, il 5 dicembre la CISL di Bergamo ha organizzato un convegno sul tema della contrattazione aziendale e sul welfare integrativo che ne può scaturire con lo scopo di esplorare e conoscere meglio le iniziative che in questi due anni si sono sviluppate nella provincia di Bergamo. La contrattazione aziendale e quella territoriale sono in questa provincia un modo concreto per aiutare i lavoratori e le loro famiglie, in modo particolare nei periodi di crisi come quello attuale. Più di un milione e mezzo di euro destinati ai lavoratori bergamaschi dagli enti bilaterali di commercio, turismo e edilizia attraverso accordi tra organizzazioni datoriali e sindacali. Oltre il 12% degli accordi sindacali nella provincia riguardano la previdenza integrativa, l’assistenza sanitaria integrativa, le scuole materne e gli asili nido. Le misure vanno dalle cure mediche e termali, alla scuola, alla copertura dei periodi di infortunio alle spese per l’asilo nido, ai sussidi per la pensione o ai contributi per la mancanza di lavoro.
Il Convegno ha preso le mosse con un intervento introduttivo di Franca Maino, dell’Università di Milano, che dirige il Laboratorio sul secondo welfare in Italia, volto a inquadrare le ragioni del welfare tra bisogni e opportunità. L’intervento (scaricabile qua sotto come allegato) ha messo in luce quali sono i nuovi rischi e i nuovi bisogni e quali i vincoli di risorse e bilancio che rendono sempre più onerosa e complessa un’espansione dei programmi di welfare tradizionale. Le risposte a questa duplice sfida sul fronte dei bisogni e delle risorse sempre più scarse sono appunto misure di “secondo welfare”, tra cui proprio quelle che i sindacati vanno vieppiù mettendo in campo negli ultimi anni. Il convegno è poi continuato con la presentazione da parte di Giorgio Caprioli, Responsabile dell’Osservatorio Contrattuale USR, sulla situazione lombarda della contrattazione sul welfare integrativo. L’Osservatorio sulla contrattazione di secondo livello della Cisl Lombardia ha finora monitorato circa 900 accordi. Di questi 138 sono accordi sul welfare, che si distinguono in 29 accordi di welfare territoriale (rivolgendosi alle fasce povere della popolazione) e 109 di welfare aziendale. A parte una categoria residuale, i 138 accordi riguardano la previdenza integrativa; l’assistenza sanitaria integrativa; gli asili nido; i lavoratori stranieri. Secondo una ricerca condotta dalla CISL Lombardia nella primavera scorsa, i settori più attivi nella contrattazione sul welfare risultano quello metalmeccanico, il chimico–tessile e il bancario. Dalla stessa indagine risulta poi che nelle imprese di grandi dimensioni il welfare aziendale è più diffuso e che il settore di appartenenza dell’azienda influisce sulla sua generosità. I settori di cui fanno parte le grandi imprese, ossia il metalmeccanico e il chimico–farmaceutico, i servizi sono quelli in cui i sistemi di welfare sono più sviluppati. Il Convegno è poi proseguito con la presentazione di alcuni accordi realizzati dalle categorie della CISL di Bergamo e l’illustrazione delle principali esperienze messe in campo dai tre Enti Bilaterali.
Allegato:
La presentazione di Franca Maino