La scorsa settimana è stato pubblicato il nuovo rapporto (disponibile qui) redatto dall’European Social Policy Network (ESPN) riguardante gli interventi che i Paesi membri dell’Unione Europea hanno realizzato per il contrasto alla povertà e all’esclusione sociale infantile.
Il documento – sintesi del lavoro svolto da team di studiosi di tutti i Paesi dell’UE – afferma che, pur essendo stati fatti dei passi avanti negli ultimi quattro anni, gli interventi risultano insufficienti nella maggior parte degli Stati membri. In particolare, il raggiungimento degli obiettivi espressi dall’Unione Europea all’interno della Raccomandazione del 2013 “Investing in children: Breaking the cycle of disadvantage”, la quale ha invitato i membri dell’Unione ad aggiornare le loro politiche in materia di povertà infantile, sembrano essere ancora lontani.
Il lavoro di ESPN evidenzia come vi siano in particolare quattro “strade” che è necessario percorrere per rafforzare il sistema di protezione sociale dei minori:
- in primo luogo, è necessario sviluppare approcci più complessi, strategici e coordinati. In questa direzione, il passo più importante è quello di rafforzare i diritti fondamentali del bambino all’interno delle legislazioni nazionali;
- è inoltre cruciale riuscire ad individuare preventivamente i casi ad alto rischio di esclusione sociale e povertà;
- si deve poi aumentare l’accessibilità e la qualità dei servizi di insegnamento e cura per la prima infanzia (cioè i cosiddetti ECEC, Early Childhood Education and Care);
- infine, è necessario affrontare e superare le disparità e le complessità riguardanti l’accesso alla scuola.