L’Istat ha diffuso il proprio report annuale sulla povertà in Italia. I numeri, riferiti al 2016, mostrano una leggera crescita degli indicatori rispetto al 2015, tanto che l’Istat definisce la situazione "stabile". Si tratta di dati che restano comunque molto preoccupanti: nonostante diversi indicatori confermino l’avvio di una fase di ripresa economica gli effetti della crisi risultano ancora molto forti. A destare particolare preoccupazione sono soprattutto i numeri legati alla povertà minorile, che aumenta ancora. Di seguito vi segnaliamo alcuni degli elementi più significativi che emergono dalla rilevazione dell’Istituto Nazionale di Statistica.
In leggera crescita la povertà relativa
La povertà relativa, calcolata prendendo in considerazione una soglia statistica stabilita annualmente dall’Istat (pari nel 2016 a 1.061,50 euro per una famiglia di due componenti, in aumento dell’1,0% rispetto al valore della soglia nel 2015, quando era pari a 1.050,95 euro) risulta sostanzialmente stabile per quel che riguarda le famiglie. I nuclei familiari in povertà relativa nel 2016 risultano pari a 2.734.000 unità (10,6% delle famiglie residenti), mentre nel 2015 erano 2.678.000 di unità (10,4%) (figura 1). In termini individuali, le persone in povertà relativa sono 8.465.000 (14% della popolazione residente); nel 2015 erano 8.307.000 (13,7%).
Figura 1. Incidenza della povertà relativa nelle famiglie per ripartizione geografica, 2013-2016 (%)
Fonte: Istat (2017)
L’Istat rileva che nel 2016 la povertà relativa risulta più diffusa tra le famiglie numerose, in particolare tra quelle con 4 componenti (aumentata dal 16,6% al 17,1% rispetto al 2015) o 5 e più componenti (al 30,9% rispetto al 31,1% dell’anno precedente). L’incidenza della povertà relativa aumenta tra le famiglie nelle quali la persona di riferimento lavora come operaio (18,7% rispetto al 18,1% del 2015) e in cui è cerca di occupazione (31,0% rispetto al 29% del 2015).
Aumenta anche la povertà assoluta
Restano drammatici anche i dati sulla povertà assoluta. Le rilevazioni dell’Istat mostrano che 1.619.000 nuclei familiari (il 6,3% delle famiglie residenti in Italia), non riescono ad accedere a beni e servizi considerati essenziali per mantenere uno standard di vita minimamente accettabile (definizione di povertà assoluta dell’Istat). In totale si tratta di 4.742.000 persone (il 7,9% della popolazione residente); nel 2015 le famiglie in povertà assoluta erano 1.582.000 (6,1%) per un totale di 4.598.000 persone (7,6% dei residenti) (figura 2). Anche tale dato risulta in leggera crescita.
Figura 2. Incidenza della povertà assoluta nelle famiglie per ripartizione geografica, 2013-2016 (%)
Fonte: Istat (2017)
Nel 2016 l’incidenza della povertà assoluta è salita al 26,8% dal 18,3% del 2015 tra le famiglie con tre o più figli minori, coinvolgendo nell’ultimo anno 138.000 famiglie e 814.000 individui. In questo senso l’Istat rileva come nel lungo periodo la crescita della povertà assoluta abbia riguardato soprattutto le famiglie con 4 componenti (l’incidenza passa da 2,2% del 2005 a 9,1% del 2016) e tra quelle di 5 o più componenti (da 6,3% a 17,2%). Alla luce di questi andamenti, il numero medio di componenti delle famiglie in povertà assoluta è ormai prossimo a tre (era poco più di due nel 2005). Nello stesso arco temporale la povertà assoluta è invece rimasta sostanzialmente stabile tra le famiglie composte da una persona (passando rispettivamente da 5,3% del 2005 a 4,9% nel 2016)
Il vero dato allarmante: la povertà tra giovani e minori continua a crescere
Uno dei dati più significativi che emerge dal report, come ci ha confermato anche Linda Laura Sabbbadini commentando per noi i dati pubblicati dall’Istat, riguarda la relazione inversa tra incidenza di povertà assoluta e età della persona di riferimento, ovvero l’aumento della prima al diminuire della seconda. In questo senso, si consideri che il valore minimo di povertà assoluta, pari a 3,9%, si registra tra le famiglie con persona di riferimento ultra sessantaquattrenne, mentre quello massimo è tra le famiglie con persona di riferimento sotto i 35 anni (10,4%).
A confermare questa dinamica è anche il fatto che la povertà continua a crescere soprattutto tra i minori. Rispetto al 2015, le persone nella fascia 0-17 in povertà relativa sono passate dal 20,2% al 22,3%, mentre quelle in povertà assoluta sono passate dal 10.9% al 12.5%, crescendo di quasi due punti base. In termini reali si parla di 2.297.000 minori in povertà relativa (erano 2.110.000 nel 2015) e 1.292.000 in povertà assoluta (erano 1.131.000 nel 2015). Sul lungo periodo i dati risultano ancora più impressionanti. Nel 2005 l’incidenza della povertà assoluta tra i minori era al 3,9%, quindi in 10 anni il dato è più che triplicato.
Riferimenti