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I provider di welfare aziendale sono società private che si occupano di sostenere le imprese nelle varie fasi di ideazione, implementazione e monitoraggio di interventi o piani di welfare. Attualmente esistono varie realtà inseribili all’interno del mercato dei provider di welfare: le società di servizi, le software-house e le piattaforme on-site, le società di brokeraggio assicurativo e alcune società definibili spurie.

Percorsi di secondo welfare ha deciso di dedicarsi a questo tema realizzando una ricerca – i cui dati saranno pubblicati all’interno del Terzo Rapporto sul secondo welfare in Italia – e degli approfondimenti sulle realtà italiane più rilevanti. Lo scopo della ricerca, che si è svolta tra dicembre 2016 e febbraio 2017, è stato quello di indagare e analizzare i cambiamenti avvenuti all’interno del mondo dei fornitori di servizi di welfare dopo l’introduzione delle novità previste dalla Legge di Stabilità 2016.

In questo approfondimento (che segue quelli su Edenred, Easy Welfare, Eudaimon, Willis, Day, DoubleYou, Welfare Company, Happily, Jointly e Sodexo) andremo a conoscere Family Partner attraverso l’intervista con Enrico Bernini, Ceo della società.


Quali sono le misure e i servizi di welfare che mettete a disposizione alle aziende? In che modo vengono erogati?

Family Partner è un’azienda nata nel 2015, come società di servizi domiciliari a carattere nazionale (badanti, baby-sitter e colf), per supportare i primi portali di welfare aziendale. L’azienda ed il beneficiario che vuole spendere il suo valore Welfare per usufruire di un aiuto domestico, può trovare Family Partner come gestore del servizio all’interno di varie piattaforme ed in particolare quella di Edenred.

Sempre nel campo dei servizi, su richiesta delle aziende abbiamo strutturato anche il servizio di Maggiordomo Aziendale, ovvero una persona che all’interno di un piano di Welfare Aziendale svolge commissioni giornaliere per i lavoratori (lavanderia, sartoria, calzoleria, disbrigo pratiche amministrative etc.).

In questi 2 anni di operazioni, ci siamo resi conto che le principali piattaforme sono strutturate per adattarsi alle esigenze delle grandi imprese, le quali dispongono di grossi budget e spesso di uffici dedicati alle risorse umane e al welfare aziendale. Per questa ragione oltre alla divisione servizi alle persone chiamata MYLife, abbiamo deciso di attivare una divisione per le imprese, che abbiamo chiamato MYCompany, che opera come Advisor di Welfare Aziendale per le PMI. Per consentire alle realtà più piccole di usufruire dei nostri servizi, abbiamo pensato ad una soluzione che mi piace definire “a Km0”, cioè costruita partendo dalle caratteristiche dell’azienda e del suo territorio, occupandoci di realizzare dagli studi di fattibilità alla implementazione delle soluzioni riguardanti tutti i gli ambiti del welfare aziendale.

Ciò che ci caratterizza, è il fatto che il nostro lavoro si concentra sul distretto industriale (Km0): cerchiamo di coinvolgere attività e imprese vicine tra loro, per far si che tutto il territorio possa beneficiarne in termini di servizi ed economia. Un esempio di questo è il distretto conciario di Santa Croce sull’Arno – che si trova in Toscana – per il quale, abbiamo implementato un piano di welfare che coinvolge molte imprese locali ed esercenti servizi, creando sinergie di cui il beneficiario è il lavoratore e la sua famiglia.

Relativamente alla vostra società e al vostro ruolo di provider, avete introdotto delle modifiche alla luce della Legge di Stabilità 2016?

Ci piace definirci Advisor di Welfare Aziendale e pertanto per quanto riguarda la piattaforma, essendo proprietà di terzi, non abbiamo potuto apportare alcuna modifica. Mentre, per i nostri servizi, abbiamo cercato di radicarci il più possibile con il territorio, costruendo una rete di convenzioni e partnership sempre nell’ottica del Km0 e del miglior servizio alle famiglie dei lavoratori.


Quali sono le prestazioni più richieste dalle imprese sulla base della vostra esperienza?

Noi ci occupiamo soprattutto di servizi domiciliari, in merito posso dirle che le richieste verso la non autosufficienza sembrano aumentate nell’ultimo anno. Inoltre, ho notato che il voucher welfare è uno strumento che ha subito una grande impennata. Seguono, poi, le spese per l’istruzione e la scuola: quindi rimborsi e voucher dedicati a libri e rette scolastiche per le scuole di ogni tipo e grado. Ma questo, come si può intuire, dipende molto anche dalla composizione del nucleo familiare del dipendente.

Inoltre, il servizio di Maggiordomo Aziendale (in particolar modo il servizio disbrigo pratiche) è in grande crescita, poiché è uno strumento semplice da realizzare, economico per l’azienda e molto valido per la conciliazione tra vita privata e vita lavorativa. Per citare un esempio alcune imprese hanno abbassato il tasso di assenteismo, che era dovuto ai permessi per pratiche burocratiche, con il ns. Maggiordomo.


Alla luce delle novità previste dalla Legge di Stabilità 2016 ritiene che sia cresciuto l’interesse delle aziende verso l’implementazione di piani di welfare nell’ultimo anno?

La Legge di Stabilità del 2016 ha previsto di usufruire di importanti sgravi fiscali, ma non solo: ha anche incentivato molto l’utilizzo dei voucher per acquistare servizi di welfare. Queste novità hanno portato molte imprese ad interessarsi del welfare. Nel nostro ambito, cioè quello delle PMI, devo dire che il mercato si è ampliato molto: oggi anche le imprese più piccole iniziano a pensare a quella serie di incentivi e interventi finalizzati a rafforzare il legame con i propri dipendenti.

Comunque, più recentemente, la novità più rilevante è data dal CCNL Industria Metalmeccanica che con il recente rinnovo ha introdotto l’obbligatorietà di erogare ai lavoratori per il 2017 100 euro (ed altri per gli anni a seguire) in servizi, questo non influisce tanto sul valore del contributo, ma soprattutto sul fatto di introdurre in azienda la cultura del Welfare Aziendale.