La Calabria è una delle regioni con il più alto tasso di disoccupazione, sia a livello italiano che europeo. In molti, soprattutto i più giovani, sono partiti in cerca di lavoro nel Nord Italia. Tanti altri sono rimasti, seppur privi di prospettive. Tra di loro si annoverano diverse migliaia di persone rimaste per anni ingabbiate da logiche assistenziali, dovute prevalentemente al perdurare di strumenti passivi, quali contratti di precariato e ammortizzatori sociali in deroga. Per quanto riguarda questi ultimi, al 31 dicembre 2014 in tutta la Calabria risultavano circa 27.000 i percettori, molti dei quali usufruivano dello strumento da oltre 3 anni – alcuni addirittura da 8 – senza mai essere riusciti ad uscire da questo status.
Quest’anno però gli aggiornamenti in materia di lavoro dettati dal Jobs Act e dal Decreto 83473 del 1° agosto 2014 firmato dal Ministro Poletti, che ha riformato il sistema degli ammortizzatori, hanno imposto un cambio di passo. Così in Calabria la Giunta Oliverio ha varato un nuovo paradigma volto a trasformare le politiche passive in politiche attive finalizzate alla creazione di concrete occasioni occupazionali. L’obiettivo è garantire alle persone escluse dal mondo del lavoro un reddito di inclusione attiva (da non confondere con il REIS – Reddito di Inclusione Sociale e il SIA – Sostegno di Inclusione Attiva, NdR) attraverso una serie di bandi destinati ad enti pubblici ed enti privati, che dovranno presentare progetti inclusivi a beneficio di chi fatica a trovare lavoro.
In quest’ottica al mondo del privato sociale, al terzo settore e alle organizzazioni datoriali sarà chiesto di redarre accordi territoriali per incrementare l’occupabilità di giovani, donne, soggetti vulnerabili come disabili e minoranze, disoccupati di lunga durata, cui è dedicato il Piano di azione occupazione e inclusione della Regione Calabria.
Il piano è strutturato in differenti azioni che racchiudono altrettanti progetti di politiche attive, frutto di un lavoro sinergico tra la Regione Calabria e il partenariato sociale. Al momento è già in via di pubblicazione un bando a sostegno dell’autoimpiego, che prevede lo stanziamento di 10 milioni di euro per la realizzazione di 400 iniziative imprenditoriali e/o professionali. A questo si aggiungerà la pubblicazione del bando per gli accordi di genere con l’obiettivo di incrementare l’occupazione femminile e la conciliazione tra tempi di vita e lavoro, che impegnerà invece 16,7 milioni di euro. Inoltre è stata configurata la creazione della Dote lavoro che prevede azioni per l’inserimento e il reinserimento nel lavoro di persone disoccupate e per la creazione di impresa e lavoro autonomo, il cui finanziamento ammonta a circa 64 milioni di euro.
Valgono invece quasi 10 milioni di euro i Piani locali per il lavoro riguardanti i trasferimenti d’azienda e la riqualificazione dei disoccupati in base ai bisogni delle imprese. Altri 4,7 milioni di euro saranno destinati a sostenere la creazione d’imprese per lavoratori in situazioni di crisi aziendale (Workers Buy-Out), a cui si potrà accedere con avviso da marzo 2017. L’approvazione del primo avviso pubblico per gli accordi territoriali per il contrasto alla povertà, finanziato con 22,2 milioni di euro, avverrà invece ad aprile 2017 e prevederà investimenti a contrasto dell’esclusione sociale anche con mirate azioni di alfabetizzazione, riqualificazione e orientamento, secondo l’approccio delle capabilities (capacitazioni) tanto care ad Amartya Sen.
Accanto a queste misure si colloca l’Azione Inclusione attiva, cui è destinata la somma di 14,6 milioni di euro, riguardante l’inserimento lavorativo di soggetti vulnerabili, cioè con disabilità o rischio discriminazione ed esclusione sociale. Infine sono stati destinati ulteriori 39 milioni di euro per il programma Garanzia Giovani .
Questo ambizioso piano varato dalla Regione vede impegnati complessivamente 280 milioni di euro, ponendosi un unico grando obiettivo: non lasciare indietro. Il tutto cogliendo la non facile sfida di un cambio di paradigma a favore di politiche attive reali prendendo le distanze dall’assistenzialismo.