Il capitolo principale della Legge di Stabilità del 2017 riguarda le pensioni; o meglio, i pensionati attuali. Inoltre, la manovra sulle pensioni sarà completata dalla cosiddetta Ape, che dà la possibilità di anticipare l’età pensionabile per coloro che sono nati tra il 1951 e il 1953. Ma, dal punto di vista della distribuzione tra le generazioni, cosa è successo alla distribuzione del reddito e del benessere negli ultimi anni?
Negli ultimi cinque anni l’incidenza della povertà assoluta sulla popolazione è passata dal 4,4 al 7,6 per cento degli individui: a questo aumento hanno contribuito tutte le fasce d’età, con l’unica eccezione degli ultrasessantacinquenni. Per i minori e per i “giovani” (fascia d’età 18-34 anni) la povertà assoluta è raddoppiata. La povertà relativa degli over 65 è addirittura diminuita, dato che la sua incidenza è passata dal 12,1 all’8,6 per cento, mentre saliva per tutte le altre fasce di età e in particolare per i bambini e i giovani fino a 34 anni (Fonte ISTAT).
Inoltre, quale sarà il futuro delle nuove generazioni dal punto di vista pensionistico? Si troveranno davvero, come pronosticato da tutti i tecnici e ormai noto ai diretti interessati attraverso la busta arancione, schiere di pensionati poverissimi a causa di carriere discontinue, bassi salari e regole del sistema contributivo. Oppure sarà riformata la gestione separata per le partite iva e si potrà prendere in considerazione anche l’introduzione di una “pensione contributiva di garanzia”?
Legge di stabilità, i giovani possono attendere
Roberta Carlini, Internazionale, 14 ottobre 2016