C’è una sorpresa nella riforma delle pensioni allo studio del governo. Torna l’ipotesi di aumento degli assegni al minimo, 500 euro al mese, che non compariva nel menù delle misure possibili concordato a fine luglio fra governo e sindacati.
Cosa è successo? Finora, per aiutare chi è già in pensione, le idee sul tavolo erano due: l’estensione della 14esima, l’assegno in più incassato dai pensionati a basso reddito, e l’innalzamento della no tax area, la soglia al di sotto della quale non si pagano tasse. Il punto è che il presidente del Consiglio Matteo Renzi considera i due interventi un po’ macchinosi.
E ha chiesto di fare un sondaggio sull’aumento delle minime, suo vecchio pallino, alla ripresa degli incontri con i sindacati, la settimana prossima. La strada, però non è semplice. Oggi la pensione minima viene incassata da 3,5 milioni di italiani. Anche un piccolo aumento finirebbe per pesare molto sulle casse dello Stato. Estendere a tutti il bonus da 80 euro, come Renzi aveva detto all’inizio dell’anno, costerebbe 3,5 miliardi di euro. Troppo, visto che il pacchetto pensioni non dovrebbe superare i due miliardi e deve contenere uscita anticipata e ricongiunzioni gratuite.
Ma ci sono diversi correttivi possibili. Ne parla Lorenzo Salvia sul Corriere della Sera.
Pensioni, per le minime torna l’ipotesi di aumento
Lorenzo Salvia, Corriere della Sera, 29 agosto 2016