Il Laboratorio di Politica Comparata e Filosofia Pubblica del Centro Studi Luigi Einaudi ha pubblicato un working paper, dal titolo "The Unexpected Institutionalization of Minimum Income in Spain", (WP-LPF 2/2016) che affronta il tema del reddito minimo in Spagna.
In questo paese, spiega Marcello Natili, sono state le Comunità Autonome ad introdurre schemi di reddito minimo nel tentativo di contrastare l’inerzia che caratterizza il livello nazionale. In questo modo, pur con le dovute differenze locali, sono stati sviluppati programmi che cercano di affrontare la povertà e l’esclusione sociale attraverso l’erogazione di benefici universalistici rivolti alle persone con un reddito al di sotto di una soglia stabilita. Tuttavia, poichè gli schemi di protezione regionali sono stati introdotti in assenza di un quadro legislativo nazionale, non sono stati fissati standard minimi di riferimento omogenei per tutto il territorio nazionale e non esistono strumenti utili a garantire il coordinamento dei diversi programmi promossi dalle Comunità.
In questo quadro, il paper fornisce una descrizione dettagliata dell’evoluzione dei diversi schemi regionali di reddito minimo e si pone l’obiettivo di comprendere se la diffusione di questi schemi abbia portato a una maggiore efficienza e capacità di rispondere ai problemi specifici locali. O se, al contrario, abbia contribuito ad aumentare le disuguaglianze territoriali tra regioni povere e regioni ricche.
Riferimenti
Natili M. (2016), The Unexpected Institutionalization of Minimum Income in Spain, WP-LPF 2/2016