capitolo 10
di Franca Maino
La pandemia sembra aver lasciato dietro di sé conseguenze che non immaginavamo: ha acuito problemi e criticità preesistenti ed è stata seguita da nuove crisi di dimensioni globali e nazionali; d’altro canto ha generato nuove opportunità, anche grazie alla disponibilità di risorse straordinarie (per esempio il PNRR), e rafforzato dinamiche innovative e capacitanti.
Il Sesto Rapporto sul secondo welfare si inserisce in questo quadro approfondendo le pratiche collaborative della coprogettazione e della coprogrammazione dal punto di vista della letteratura, della rilevazione empirica e dell’analisi di casi studio. Il capitolo conclusivo del Rapporto richiama i principali elementi emersi dallo studio della letteratura e confermati dalla ricerca condotta da Secondo Welfare: la definizione della coprogettazione come risposta ai nuovi bisogni, i suoi punti di forza e debolezza, i fattori che ostacolano e facilitano la realizzazione delle pratiche collaborative e le sfide e le opportunità che queste comportano. Questi elementi sono successivamente discussi e approfonditi alla luce dell’analisi dei casi studio descritti nella seconda parte del Rapporto. Infine il capitolo individua alcune raccomandazioni e prospettive utili a favorire la diffusione di processi di coprogettazione e coprogrammazione. Tali processi, per essere sempre più solidi e condivisi, dovranno perseguire lo scopo non solo di proteggere dai rischi, ma anche di ampliare le opportunità per cittadine e cittadini, con una particolare attenzione ai più fragili, dando loro voce e potere attraverso la partecipazione ai processi decisionali e attuativi.
La pandemia sembra aver lasciato dietro di sé conseguenze che non immaginavamo.
Da un lato ha acuito problemi e criticità preesistenti ed è stata seguita da nuove crisi di dimensioni globali e nazionali. Dall’altro lato ha generato nuove opportunità, anche grazie alla disponibilità di risorse – in primo luogo quelle del PNRR -, e rafforzato dinamiche innovative e capacitanti, in particolare dove da tempo si stavano sperimentando interventi incentrati sull’apertura ad attori non pubblici, sull’innovazione sociale e sulle pratiche collaborative.
Dentro questa cornice in evoluzione si inserisce il Sesto Rapporto sul secondo welfare, dedicato proprio alle pratiche collaborative, con specifico riferimento alla coprogettazione e alla coprogrammazione. Il Rapporto è suddiviso in tre parti caratterizzate da tre obiettivi distinti – conoscere, realizzare e ideare – che individuano, guardando al futuro e al di là del Rapporto stesso, tre aree di lavoro tra loro fortemente connesse.
Nella prima parte si è voluto conoscere e approfondire la ricerca e il sapere intorno ai temi della coprogettazione e della coprogrammazione partendo dalle grandi sfide e transizioni in atto (Capitolo 1), per comprendere se e come le pratiche collaborative che interessano sempre più le politiche sociali e interrogano in particolare le comunità locali e possano contribuire alla trasformazione del welfare.
Il Capitolo 2, di taglio teorico-analitico, parte dall’analisi della letteratura per evidenziare gli elementi distintivi e le diverse fasi delle pratiche collaborative. In particolare sono analizzati i principali sviluppi normativi intorno a coprogettazione e coprogrammazione e sono descritti i punti di forza, le criticità, le sfide e le opportunità che – secondo la letteratura – caratterizzano queste pratiche.
L’analisi empirica condotta nel presente Rapporto (restituita in particolare nel Capitolo 3 e nel Capitolo 4) ha messo in evidenza gli elementi di continuità e discontinuità rispetto agli studi e alle ricerche sul tema, contribuendo ad arricchire il dibattito e ad ampliare le piste interpretative esistenti.
La coprogettazione è vista come strumento ideale in risposta ai nuovi bisogni sociali acuiti da fasi di policrisi come quella attuale. Perchè questo si realizzi e si consolidi è però necessario un cambiamento culturale capace di ripensare i ruoli, le funzioni, le visioni e le modalità di programmare e progettare i servizi da parte di tutti gli attori economico-sociali locali nonché dei decisori pubblici.
L’analisi empirica ha inoltre permesso di individuare:
La coprogettazione è diventata parte costitutiva della trasformazione del welfare (locale) degli ultimi anni.
Si prenda il welfare aziendale – al centro del Capitolo 5 – che, dopo l’emergenza pandemica, ha conosciuto un rinnovato interesse e sviluppo: sempre più organizzazioni lo promuovono agganciandolo alla cornice della sostenibilità e degli investimenti ESG. Favorendo interventi e azioni in rete e coprogettate il welfare aziendale prova a trasformarsi in uno strumento inclusivo costruito attraverso processi collaborativi e partecipativi.
Le Reti Territoriali di Conciliazione (RTC) di Regione Lombardia – approfondite nel Capitolo 6 – rappresentano “incubatrici territoriali” di innovazione e di pratiche collaborative. L’interazione tra i diversi attori e le diverse politiche – favorita dal modello delle RTC – è un fattore chiave per il miglioramento dell’efficacia degli interventi conciliativi: la coprogettazione e la coprogrammazione possono promuovere efficacemente l’agire partecipato e collaborativo tra enti pubblici, del Terzo Settore e profit.
Il caso del Programma Equilibri sul territorio piemontese (Capitolo 7) evidenzia il ruolo delle Fondazioni di origine bancaria affinchè gli enti del Terzo Settore si pongano come interlocutori diretti delle amministrazioni pubbliche nella programmazione delle politiche e dei servizi locali, promuovendo la costituzione di un welfare territoriale collaborativo, inclusivo e sostenibile in cui tutti gli attori possano fare la propria parte.
Anche le Fondazioni di Comunità svolgono un ruolo centrale nel promuovere lo sviluppo locale e migliorare la qualità della vita nei propri territori di riferimento. Come evidenziato nel Capitolo 8, la coprogrammazione e la coprogettazione possono sostenere il ruolo di promotrici di sviluppo di comunità delle Fondazioni perchè forniscono una leva per rafforzare la capacità di collaborazione cross-settoriale del territorio e per affermare il principio di sussidiarietà orizzontale.
La coprogettazione di servizi è anche una delle modalità con cui ActionAid Italia realizza processi partecipativi contribuendo alla creazione di un welfare di comunità (Capitolo 9). In questo senso il programma Cambia Terra rappresenta in modo esemplare la centralità delle pratiche collaborative che si aprono direttamente al coinvolgimento delle persone partecipanti ai progetti, con uno sguardo rivolto alla dimensione sovranazionale della sussidiarietà.
La complessità delle pratiche collaborative richiede a tutte le parti coinvolte di continuare a riflettere sugli strumenti della coprogettazione e della coprogrammazione anche alla luce del fatto che siamo immersi in una fase che fa ancora ampio ricorso a sperimentazioni e appare distante da un compiuto consolidamento.
L’analisi empirica condotta nella prima parte e l’approfondimento di casi ed esperienze nella seconda parte del Rapporto hanno permesso di individuare alcune direttrici di miglioramento delle pratiche collaborative.
Fonte: Sesto Rapporto sul secondo welfare
Per continuare a conoscere, realizzare e ideare proposte innovative e sostenibili è auspicabile partire dall’interrogarsi su quali siano le logiche e gli strumenti migliori per costruire e infrastrutturare una società più prospera, inclusiva, aperta e sostenibile. È necessario individuare, in particolare, i tasselli necessari per generare nuove opportunità per cittadine e cittadini, con una specifica attenzione ai più fragili, dando loro voce e potere attraverso la partecipazione ai processi decisionali e attuativi.
© 2011-2023 Percorsi di secondo welfare C.F. / P.IVA 12190210968 Testata iscritta al Registro dei Giornali e Periodici del Tribunale di Milano (n. 98, 18 luglio 2023)
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