capitolo 3
Le pratiche collaborative: significati, diffusione, punti di forza e criticità della coprogettazione
di Ester Bonomi e Anastasia Rita Guarna
abstract
Il capitolo approfondisce i significati attribuiti alla coprogettazione, la sua evoluzione e le sue modalità di impiego secondo l’interpretazione di esperti provenienti da enti pubblici, Terzo Settore ed enti privati.
La coprogettazione si configura come un momento di riflessione tra attori pubblici e privati volto sia a valorizzare le risorse locali, collaborando con e sul territorio, sia a implementare progettualità innovative in risposta a nuovi bisogni. La definizione non è quindi unica e condivisa, ma ancorata a concetti chiave che possono talvolta sovrapporsi con altre pratiche. La sua evoluzione è collegata a periodi di policrisi e a oggi la sua diffusione appare disomogenea sul territorio. Il ricorso alla coprogettazione, secondo l’analisi empirica alla base del presente Rapporto, emerge come soluzione innovativa per rispondere ai nuovi bisogni sociali, perché riesce a coinvolgere sia i destinatari degli interventi sia gli enti che collaborano alla loro realizzazione. Tuttavia si riscontra la necessità di un cambiamento nella relazione tra enti che richiede un rinnovamento dei processi e dei ruoli e la valorizzazione delle reti locali. Accanto agli elementi definitori e di sviluppo della coprogettazione il capitolo approfondisce anche i punti di forza e di debolezza di questa pratica collaborativa secondo gli addetti ai lavori. La complessità della coprogettazione richiede a tutte le parti coinvolte – compreso il Legislatore – di accrescere competenze e attitudini in questo ambito al fine di valorizzarne al meglio le potenzialità limitandone i rischi e le criticità.
Il Capitolo 3 presenta la prima parte dell’analisi dei dati rilevati attraverso la ricerca su coprogettazione e coprogrammazione, concentrandosi sugli aspetti definitori, sulla diffusione di queste pratiche e sui punti di forza e le criticità insiti nella coprogettazione (per maggiori informazioni v. la Nota metodologica).
La coprogettazione, per quanto diffusa e consolidata in alcuni contesti, rimane ancora in via di sviluppo in molti altri. La diffusione disomogenea è influenzata da:
- differenze regionali: ogni Regione ha la sua normativa di riferimento; inoltre la cultura della collaborazione non è diffusa ugualmente dappertutto e in alcune Regioni è guardata con sospetto per il timore di una scarsa trasparenza
- dimensione del Comune: negli enti locali più piccoli è più difficile coprogettare perché spesso mancano le risorse economiche e/o le risorse sociali del territorio sono limitate
L’evoluzione della coprogettazione – fin dai suoi esordi – è fortemente connessa a periodi di policrisi nel campo delle politiche pubbliche che hanno agito come momenti propulsivi per lo sviluppo di tale pratica.
Il ruolo delle crisi nella coprogettazione
Fonte: Sesto Rapporto sul secondo welfare
Tra gli addetti ai lavori non è diffusa una definizione univoca e condivisa di coprogettazione, bensì una visione ancorata a concetti chiave e dimensioni che la contraddistinguono tra cui, in particolare:
- la valorizzazione delle risorse locali
- l’implementazione di progettualità innovative in risposta ai bisogni emergenti.
L’indeterminatezza definitoria è in parte l’esito di una normativa nazionale contenente ancora diverse zone d’ombra e d’incertezza (come approfondito nel Capitolo 2) in cui le modalità procedurali di coprogettazione sono delegate ai legislatori regionali. Questo determina un’elevata discrezionalità dei territori nella definizione dei meccanismi di implementazione generando, di conseguenza, una forte frammentarietà delle soluzioni e dei modelli adottati.
un punto di forza
Integrazione e valorizzazione delle competenze. Le strategie di collaborazione insite nella coprogettazione favoriscono la valorizzazione delle competenze non più secondo una logica a canne d’organo – tipica del modello competitivo – bensì in una logica di integrazione che richiede di abbandonare una modalità meramente prestazionale e settoriale per lasciare spazio alla costruzione di percorsi multidisciplinari.
La coprogettazione: punti di forza e di debolezza
Fonte: Sesto Rapporto sul secondo welfare
un punto di debolezza
Scarsità di risorse e tempistiche contingentate. La scarsità delle risorse spesso comporta la promozione di bandi con assi temporali a scadenza medio-bassa che non permettono di dedicare un tempo adeguato alle diverse fasi del percorso di coprogettazione, limitando le possibilità di realizzare progettualità solide, condivise e con prospettive di medio-lungo periodo.