Il dibattito sul tema del welfare aziendale è ancora oggi di grande attualità. La tematica sarebbe stato infatti ripreso anche all’interno di una recente lettera scritta dal Presidente di Confindustria Carlo Bonomi e rivolta al Premier Conte e pubblicata sul Messaggero. A Bonomi ha poi risposto anche la Segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan, che ha accolto la sfida del Presidente di Confindustria pronunciandosi a favore di un confronto sui temi della formazione e della conciliazione. Nessuna chiusura sul welfare, che però viene accompagnato da un diverso aggettivo nella missiva della Segretaria: “integrativo”.
Secondo Emmanuele Massagli, presidente di AIWA e ADAPT, tale dibattito mette in risalto il welfare aziendale non più come un mero contenitore di benefit, ma come strumento sempre più centrale nello scambio del rapporto di lavoro. Quale che sia la declinazione del welfare – che valorizzi l’iniziativa delle parti secondo la prospettiva sussidiaria di Bonomi o si definisca in termini integrativi secondo la concezione di Furlan -, è indubbio che questo sarà uno dei temi caldi dei rinnovi dei contratti nazionali e sarà al centro degli integrativi aziendali post COVID-19.
Sussidiario o integrativo? Come il welfare entrerà nel rinnovo dei contratti nazionali
Emmanuele Massagli, Bollettino ADAPT, 6 luglio 2020