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La crisi che stiamo attraversando indebolirà gli investimenti delle imprese nel welfare aziendale? Oppure, anche a fronte delle difficoltà del Pubblico, le iniziative di welfare integrativo andranno a rafforzarsi? Valentino Santoni ne ha parlato con Diego Paciello, responsabile dell'area fiscale, welfare, compensation e benefits presso lo Studio Toffoletto, De Luca, Tamajo e Soci.
Durante la fase 1 molte organizzazioni hanno attivato o rafforzato strumenti di welfare aziendale e responsabilità sociale per venire incontro alle mutate esigenze sociali dei propri collaboratori e delle loro famiglie, ma anche sostenere le istituzioni pubbliche e le comunità impegnate nel contrasto al virus. Ora, spiega Federico Razetti su Buone Notizie, la sfida è capitalizzare queste esperienze ed evitare che gli investimenti fatti si disperdano.
Il welfare occupazionale si sta diffondendo in maniera rilevante attraverso la contrattazione collettiva, anche grazie ad alcune formule innovative. Il contratto collettivo nazionale degli assistenti familiari, ad esempio, ha introdotto formule assicurative per le famiglie datrici di lavoro, mentre quello degli elettrici prevede la possibilità ti convertire il premio annuale in ferie e permessi.
Attraverso le Risoluzione n. 55/E, l'Agenzia delle Entrate ha fornito alcuni chiarimenti importanti per il trattamento fiscale dei beni e servizi offerti dalle imprese e dai datori di lavoro ai loro dipendenti nell'ambito di un piano di welfare aziendale. In particolare l'Agenzia ha stabilito che il lavoratore non può concordare preventivamente con il fornitore esterno all'azienda una prestazione specifica: è necessario che siano presenti pacchetti uguali per tutti i dipendenti.
Negli ultimi quattro anni le PMI che hanno sviluppato piani di welfare aziendale strutturati sono raddoppiate. Molte iniziative di welfare "su misura" sono state implementate per rispondere alla pandemia e ai suoi effetti. Nonostante la crescita, il sindacato resta ancora poco presente nelle fasi di contrattazione del welfare. Sono alcune delle cose che emergono dal nuovo Welfare Index PMI, letto per noi da Valentino Santoni.
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha pubblicato il Report sull'andamento dei Premi di Produttività relativo al mese di settembre 2020. Secondo il documento attualmente sono 12.939 gli accordi di secondo livello che regolamentano forme premiali legate alla produttività: di questi, 7.616 (il 57%) prevedono la possibilità di conversione del premio in benefit e servizi di welfare aziendale.
Trenord, la società che opera nel settore del trasporto ferroviario passeggeri della regione Lombardia, conta oggi oltre 4.200 dipendenti. Nel corso degli ultimi 10 anni, l'azienda ha dato vita a un articolato sistema di welfare aziendale che trova le sue basi nel fondo di previdenza complementare, nella Cassa di Mutuo Soccorso che fornisce prestazioni sanitarie e per il sostegno alle famiglie e nel Circolo Ricreativo Aziendale.
Le scelte dei lavoratori in materia di welfare aziendale variano molto a seconda dell'età, del genere e del budget che questi hanno a disposizione. Ma anche la struttura delle piattaforme, e quindi la capacità di fare matching tra domanda e offerta di benefit e servizi, influisce molto sui comportamenti dei dipendenti. È quanto emerge dai dati pubblicati dal provider Easy Welfare Edenred e riferiti a un campione di circa 1.700 imprese.
Quale può essere il ruolo del sindacato, della contrattazione e del welfare aziendale alla luce delle nuove sfide e dei nuovi bisogni sociali? È stata questa la domanda al centro del webinar "Dal Quarto rapporto sul secondo welfare alle sfide poste dall'emergenza Covid-19", organizzato da Cisl Lombardia e dal nostro Laboratorio. Valentino Santoni ci racconta che cosa è emerso nel corso dell'incontro.
A causa del Covid-19, il cosiddetto DL Rilancio ha reso obbligatoria per le imprese con più di 100 dipendenti e con sedi in grandi aree urbane l’assunzione del Mobility Manager. In vista dei decreti attuativi che definiranno il suo ruolo nei dettagli, in questo contributo vi parliamo di questa figura professionale che si occupa dell’organizzazione della mobilità e degli spostamenti aziendali.
Il rapporto della task force guidata da Vittorio Colao contiene anche alcune indicazioni in materia di welfare aziendale. Tali proposte sono però fortemente orientate verso il fronte della conciliazione famiglia-lavoro e non considerano molti altri aspetti del welfare aziendale che potrebbero essere strategici in questa fase di ripresa. Ne abbiamo parlato con Emmanuele Massagli, presidente di AIWA e di ADAPT.
Dal momento in cui è iniziata l’emergenza sanitaria si stima che circa 8 milioni di persone nel nostro Paese abbiano lavorato da casa in modalità "smart". I molti vincoli dettati dalla situazione e la scarsa preparazione di imprese e lavoratori non ci permettono però di parlare di vero e proprio lavoro agile. Ve ne parliamo in questo contributo riprendendo i dati ricavati da un'indagine di Cgil e Fondazione di Vittorio.
Cgil e Fondazione Di Vittorio hanno recentemente pubblicato il Secondo Rapporto sulla contrattazione di secondo livello. Stando al documento, il welfare aziendale sarebbe presente in oltre il 30% degli accordi stipulati nel triennio 2017-2019: continua quindi la crescita del fenomeno. Persistono però alcune difformità legate alla dimensione aziendale, al settore produttivo delle aziende e al territorio in cui queste hanno la loro sede.
Anche a causa della pandemia di Coronavirus il tema del work-life balance è tornato al centro del dibattito pubblico. Allo scopo di approfondire la questione, in questo contributo vi presentiamo i risultati del rapporto "Rebalance", che analizza il ruolo della contrattazione collettiva e degli accordi tra le parti sociali nella promozione di politiche di conciliazione vita-lavoro e di sostegno alla genitorialità nei principali Paesi UE.
Inarcassa, l'ente di previdenza a cui sono iscritti oltre 164mila ingegneri e architetti, ha deciso di stanziare 100 milioni di euro per fronteggiare l'emergenza causata dalla pandemia di Covid-19. Queste risorse saranno utilizzate per finanziare prestazioni di welfare - come indennità, sussidi e finanziamenti - volte a fornire un sostegno concreto all'eccezionale situazione di emergenza che si è venuta a creare.
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha pubblicato il Report sull'andamento dei Premi di Produttività relativo al mese di aprile 2020. Secondo quanto affermato dal documento, attualmente sono 11.150 gli accordi di secondo livello che regolamentano forme premiali legate alla produttività: di questi, 6.300 (il 57% circa) prevedono la possibilità di conversione del premio in benefit e servizi di welfare aziendale.
Attraverso la contrattazione collettiva nell'ambito della sanità integrativa, le parti sociali si stanno attivando per promuovere misure ad hoc per fornire maggiore sicurezza ai lavoratori e alle imprese in questo periodo di crisi. Alcuni esempi arrivano dagli interventi realizzati dai Fondi sanitari integrativi dei settori metalmeccanico, della cooperazione, dell’artigianato, della moda e della logistica. Ne parliamo in questo approfondimento.
In conseguenza dell'emergenza legata al Coronavirus Covid-19, lo scorso 14 marzo le sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil e le associazioni datoriali Confindustria e Confapi hanno sottoscritto un accordo allo scopo di consentire ai lavoratori e alle imprese di proseguire l'attività lavorativa in sicurezza. Il protocollo consentirà inoltre alle imprese di tutti i settori di far ricorso agli ammortizzatori sociali.
In Provincia di Oristano è nato un accordo territoriale finalizzato a promuovere una maggiore integrazione tra le offerte del welfare pubblico e quelle del welfare aziendale e contrattuale. Il progetto, tra i primi di questo genere realizzato in una regione del Sud, prevede la creazione di una piattaforma accessibile dai cittadini e dai dipendenti delle imprese e la presenza di sportelli territoriali che forniranno informazioni e servizi di counselling.
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha diffuso un nuovo Report sull'andamento dei premi di produttività, basato sui dati ricavati dalla procedura di registrazione telematica dei contratti aziendali e territoriali. A gennaio 2020, secondo il documento, erano 10.272 i contratti attivi e in più della metà dei casi prevedevano misure di welfare aziendale. Si confermano però forti differenze su base geografica, dimensionale e settoriale.
Come spesso vi abbiamo raccontato, il mondo della cooperazione e, più in generale, quello dell’imprenditoria sociale sembra aprirsi sempre di più al welfare aziendale. Sono infatti molte le cooperative che, allo scopo di investire in politiche innovative per i propri collaboratori, decidono di avviare progetti complessi, talvolta aperti anche al territorio. In questo approfondimento vi raccontiamo l’esperienza di COLSER-Auroradomus, cooperativa con sede a Parma.
Secondo il nuovo rapporto del Centro Studi di Confindustria, nel 2019 il 60% delle imprese associate alla confederazione degli industriali ha avviato politiche di welfare aziendale. Il report stima una crescita importante di tutti i servizi di welfare messi a disposizione dalle imprese per i propri lavoratori, ma anche di misure come lo smart working. Persistono però delle differenze importanti rispetto alle dimensioni aziendali e al settore di appartenenza.