Su La Nuvola Del Lavoro la recensione di Silvia Pagliuca del libro "Morire di non lavoro", indagine della giornalista italo-spagnola Elena Marisol Brandolini sulle conseguenze della perdita di lavoro nel tempo della grande crisi.
Oltre a rischi di carattere sociale, la perdita del lavoro in questo frangente difficile comporta anche tanti problemi di carattere mentale e psicologico. Numerose ricerche, ad esempio, indicano come all’aumento di un punto percentuale del tasso di disoccupazione corrisponda un incremento dello 0,8% nel tasso dei suicidi.
Una dipendenza che, secondo l’autrice, potrebbe essere almeno in parte mitigata da efficienti sistemi di protezione sociale. Le politiche pubbliche di sostegno, tuttavia, si sono rivelate ancora una volta inadeguate a capire e gestire la nuova realtà imposta dalla crisi.
Si è invece rivelato robusto, e in parte sostitutivo, il contributo dato da associazioni e fondazioni di volontari. Che si tratti di Caritas, Croce rossa o comunità di vicinato, poco cambia. In ognuno di questi casi, la riscoperta della condivisione rompe l’isolamento in cui spesso ci si rifugia. Perché ritrovarsi disoccupati, da un giorno all’altro, non è cosa facile. E la solidarietà, a volte, può diventare l’unica strategia per sopravvivere.
"Morire di non lavoro" nell’epoca della grande crisi
Silvia Pagliuca, La Nuvola del Lavoro, 16 settembre 2013