Il welfare è stato ridotto ad una pura soluzione tecnica. Si tengono d’occhio solo le risorse e non ci si confronta più con grandi temi come l’equità, la giustizia sociale, la salute, i cambiamenti della società e il suo futuro. Ma il welfare non è un servizio – per il quale è prevalsa nel tempo la ragione istituzionale – ma una prospettiva, un modo di abitare tutti insieme la nostra società.
Parte da questo imprescindibile concetto l’analisi di Johnny Dotti (imprenditore sociale pedagogista) e Maurizio Regosa (giornalista professionista e saggista), all’interno del volume “Buono è giusto. Il welfare che costruiremo insieme”. Secondo gli autori solo un atto di fiducia può garantire la sopravvivenza del welfare, il quale non è un bene infinito e ha bisogno di soggetti che ne riproducano la socialità.
“Buono è giusto. Il welfare che costruiremo insieme”, con Dotti e Regosa per riscoprire il senso del non-profit
Mirella D’Ambrosio, Corriere Sociale, 31 dicembre 2015