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Primo Welfare

Con il termine “primo welfare” ci riferiamo al sistema tradizionale di protezione sociale organizzato e gestito dallo Stato tra fine Ottocento e inizio Novecento per rispondere a rischi e bisogni sociali dei cittadini. Per questo esso è spesso indicato anche come “Welfare State” o “Stato Sociale”

Il primo welfare include una serie di politiche pubbliche e programmi “essenziali” – come pensioni, assistenza sanitaria, tutele contro la disoccupazione, istruzione, politiche per la famiglia, politiche abitative, etc. – che intendono garantire il benessere dei cittadini attraverso la redistribuzione delle risorse e la fornitura di servizi.

Il primo welfare rappresenta quindi la base del sistema di protezione sociale. Su di esso si innestano le evoluzioni e le integrazioni del secondo welfare, che coinvolge attori non-pubblici (Terzo Settore, aziende, corpi intermedi…) per rispondere ai rischi e bisogni in una logica sussidiaria e integrativa rispetto alle politiche pubbliche tradizionali.

Di seguito i nostri articoli in cui approfondiamo dinamiche e esperienze realizzate nel perimetro del primo welfare.

Si apre con toni allarmanti un’indagine del quotidiano inglese The Guardian basata sui dati del LIS, il Luxemburg Income Study database, una delle fonti informative più importanti sulla distribuzione del reddito nel mondo. Dai dati emerge che in quasi tutti i Paesi occidentali i millennials sono i più colpiti dalla recessione. Mentre trent’anni fa i giovani adulti guadagnavano più della media nazionale, oggi guadagnano il 20% in meno. Una tendenza che in Italia appare più grave che altrove.
L'11 e 12 aprile 2016 si terrà a Siracusa un evento di Social Innovation Europe, promosso dalla Commissione Europea in collaborazione con Impact Hub Siracusa, intitolato "Un futuro migliore per l’Europa: innovazione, integrazione e migrazione". L'intento è quello di esplorare le politiche e le pratiche di integrazione dei migranti nei paesi membro, in modo da connettere e creare nuove sinergie tra i progetti per sviluppare future collaborazioni.
Con il convegno "Terzo incontro nazionale per una riforma delle politiche sociali" che si terrà a Milano venerdì 8 aprile, l’Associazione per la Ricerca Sociale (Ars) in collaborazione con l’Istituto per la Ricerca Sociale (Irs), intende rilanciare alcune proposte di riforma del welfare basate su criteri di equità ed efficacia, presentando e discutendo i risultati di un percorso di ricerca durato oltre un anno sulla agibilità e sostenibilità di cambiamenti di tipo strutturale.
In una società ferma sul piano demografico e sociale, un’economia poco competitiva e un settore pubblico che per decenni ha trasferito risorse «al contrario», l’unica chance di arrestare il declino è investire per il lungo periodo. Ricerca, innovazione, infrastrutture, tecnologia. E soprattutto capitale umano: asili, scuole, università, formazione, servizi sociali per l’inclusione, la conciliazione, il sostegno all’occupabilità.
Il rapporto AlmaDiploma 2016, che scaturisce dalla decima Indagine sugli Esiti a distanza dei Diplomato, vuole essere funzionale sia alle politiche per l’orientamento sia al miglioramento del rapporto fra formazione/istruzione e mondo del lavoro. Tutto questo nell’ottica del contrasto alla dispersione scolastica e al fenomeno dei NEET (giovani di 15-29 anni né occupati né impegnati in percorsi formativi o educativi) che in Italia interessa il 26% dei giovani (il 10% in più rispetto alla media europea).
Il cyberbullismo è un fenomeno difficile da mettere a fuoco, data la grande varietà di comportamenti che possono essere qualificati come bullismo digitale. Ma il 77% dei presidi italiani ritiene che debba essere considerato un vero e proprio reato, come dimostra anche il fatto che nel 51% dei casi i dirigenti scolastici si sono dovuti rivolgere alle forze dell'ordine. È quanto emerge da una ricerca realizzata dal Censis in collaborazione con la Polizia Postale e delle Comunicazioni.
A fronte dei cambiamenti e delle pressioni che stanno interessando l’Europa, quali sono oggi le principali preoccupazioni e aspettative dei cittadini europei? Come influenzano la coesione dell'Unione? A queste e ad altre domande, cerca di rispondere il rapporto “The European Union Facing Massive Challenges. What are Citizens’ Expectations and Concerns?” della Friedrich Ebert Stiftung, di cui presentiamo i risultati emersi sul fronte sociale, che sembra oggi attirare più attenzione di quello economico-finanziario.