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Primo Welfare

Con il termine “primo welfare” ci riferiamo al sistema tradizionale di protezione sociale organizzato e gestito dallo Stato tra fine Ottocento e inizio Novecento per rispondere a rischi e bisogni sociali dei cittadini. Per questo esso è spesso indicato anche come “Welfare State” o “Stato Sociale”

Il primo welfare include una serie di politiche pubbliche e programmi “essenziali” – come pensioni, assistenza sanitaria, tutele contro la disoccupazione, istruzione, politiche per la famiglia, politiche abitative, etc. – che intendono garantire il benessere dei cittadini attraverso la redistribuzione delle risorse e la fornitura di servizi.

Il primo welfare rappresenta quindi la base del sistema di protezione sociale. Su di esso si innestano le evoluzioni e le integrazioni del secondo welfare, che coinvolge attori non-pubblici (Terzo Settore, aziende, corpi intermedi…) per rispondere ai rischi e bisogni in una logica sussidiaria e integrativa rispetto alle politiche pubbliche tradizionali.

Di seguito i nostri articoli in cui approfondiamo dinamiche e esperienze realizzate nel perimetro del primo welfare.

Lo scorso 14 settembre è stata presentata la ricerca “Consapevolezza, fiducia, crescita: le sfide dell’educazione finanziaria”, edizione 2017 dell’Indagine sul Risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani curata dal Centro Einaudi e da Intesa Sanpaolo. L’edizione di quest’anno si è concentrata in modo particolare sull'alfabetizzazione finanziaria degli italiani e sulle loro tendenze relative al risparmio.
Continuano i nostri approfondimenti sulle politiche per la disabilità in Italia. In questo articolo, per approfondire il punto di vista degli educatori professionali sui temi della disabilità e del “durante e dopo di noi”, il nostro Paolo Pantrini ha intervistato Nicola Titta, presidente dell'Associazione Nazionale Educatori Professionali (ANEP).
Il futuro dell'Europa Sociale e la preparazione del Vertice Sociale europeo di novembre. Questi gli argomenti discussi dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, con la collega svedese Annika Strandhall, Ministra della Salute e degli Affari Sociali, nel corso di un incontro svoltosi la scorsa settimana a Roma, a margine di un convegno sui sistemi pensionistici organizzato dall'INAPP.
Sul disagio dei giovani e sull'urgente necessità di allargare le loro opportunità si è finalmente creato un largo consenso. Comprensibilmente, la priorità del governo è il lavoro. Nella fascia 25-29 anni in Italia la quota di occupati è il 53,7%, in Francia il 74,1%, in Germania il 78,3%. Persino la Grecia (56,1%) riesce a fare meglio di noi. La crisi economica dell'ultimo decennio è solo in parte responsabile di questa situazione. L'enorme divario che ci separa dal resto d'Europa affonda le sue radici nel "modello di gioventù" che caratterizza l'Italia.
La diciottesima edizione del Rapporto Rota - documento realizzato dal Centro Studi Einuadi di Torino e sostenuto nel tempo da importanti organizzazioni come Compagnia di San Paolo e Banca del Piemonte - dedica ampio spazio ai temi del lavoro, dell'istruzione, delle relative politiche di sostegno, confrontando le città italiane e il nostro Paese con le altre nazioni. Ma che cosa emerge nello specifico? Ve lo raccontiamo in questo articolo.
Lo scorso 28 settembre presso la Camera dei Deputati è stato presentato il secondo Rapporto sullo Sviluppo Sostenibile curato da ASviS, l'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile. Il documento, realizzato grazie al contributo di operatori ed esperti impegnati nelle organizzazioni aderenti all'Alleanza, presenta un vero e proprio check-up dello sviluppo sostenibile in Italia e avanza alcune proposte per permettere al nostro Paese di adottare un nuovo paradigma capace di costruire un futuro certo per le prossime generazioni.
È uscito il numero 4/2017 di “Welfare Oggi”, periodico bimestrale pubblicato in formato cartaceo e digitale da Maggioli. Questa edizione presenta un ampio focus dedicato alla tematica del contrasto alla povertà in Italia e, tra i contributi presenti nella rivista, potrete trovare anche un intervento della nostra Chiara Agostini dedicato proprio a questo tema.
Anziani con abitazioni di valore e reddito basso. È questa una nuova contraddizione che si sta palesando nell’arcipelago della «disuguaglianza italiana». L’argomento è stato approfondito dal professor Luca Beltrametti che ha preparato un apposito studio («House rich, cash poor») per la Fondazione Cariplo con l’obiettivo di favorire una riflessione sulla ricchezza immobiliare (statica) degli anziani made in Italy e su come possa essere messa in circolo.
Il 5 settembre la Prima Ministra scozzese Nicola Sturgeon ha delineato davanti al Parlamento di Edimburgo il suo piano d’azione per l’anno a venire. Tra i punti chiave del programma risalta la presa in considerazione di un incremento delle tasse sul reddito dei più abbienti, mirato a finanziare un programma di sostegno sociale più efficiente ed esteso. Sturgeon ha inoltre annunciato l’avvio di una ricerca per valutare l'introduzione del “Reddito di base universale”.
Gestire le migrazioni in modo proattivo e sostenibile e adattare i canali di migrazione legale quanto più possibile alle motivazioni autentiche dei migranti e alle capacità di assorbimento economico politico e sociale dei paesi di accoglienza. Questo è il punto focale dello studio “Mixed migration - Challenges and options for the ongoing project of German and European asylum and migration policy” il quale, tentando di descrivere qualitativamente e quantitativamente i flussi migratori misti sulla base dei dati esistenti, delinea e suggerisce nuove strategie e approcci alle politiche migratorie.
L'obiettivo del Fondo per le Non Autosufficienze, istituito presso Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali col la legge 296/2006, è di assicurare i livelli essenziali delle prestazioni assistenziali per le persone non autosufficienti. Con un decreto di recente approvazione è stato definito l'accordo per la ripartizione del Fondo raggiunto in sede di Conferenza Stato Regioni: lo stanziamento per il 2017 sarà di oltre 500 milioni di euro.
Immaginiamo di disegnare il nostro Tempo. Una pagina in chiaroscuro attraversata da tre grandi linee che si incrociano, sovrappongono, allontanano, cercandosi. La prima segue il movimento delle donne. La seconda linea rileva quello degli uomini. La terza cerca infine di registrare il mutamento radicale del mercato del lavoro che ogni giorno mette a confronto uomini e donne. Che cosa porteranno questi nuovi tracciati?