Nello scorso autunno il nostro Laboratorio è stato coinvolto in un progetto promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella (CRBiella) e volto all’istituzione di un Osservatorio permanente dei bisogni sociali del territorio provinciale. L’iniziativa, come vi avevamo raccontato qui, è stata costruita con un forte impianto partecipativo: tutti i principali stakeholder locali sono stati invitati a partecipare a un tavolo di lavoro deputato a mappare i dati già raccolti o comunque disponibili a livello provinciale. Vi raccontiamo le tappe fondamentali che l’Osservatorio ha attraversato tra marzo e aprile.
Un Osservatorio per leggere il territorio e coinvolgerlo
Poco dopo lo scoppio della pandemia la Fondazione CRBiella ha avviato una serie di confronti con il territorio per conoscere le dinamiche locali della crisi sociale ed economica scaturita da quella sanitaria. Lo scambio con gli attori locali ha fatto emergere l’importanza e la necessità di avere strumenti e momenti di lettura costante delle necessità del territorio; per questo motivo la Fondazione ha coinvolto il Laboratorio Percorsi di secondo welfare nella creazione di un Osservatorio dei bisogni sociali del contesto biellese.
Ne è nato un progetto sperimentale che ha due principi cardine: l’attenzione al protagonismo degli attori locali e la coerenza con l’Agenda 2030. Per quanto riguarda il primo aspetto l’Osservatorio è stato concepito in modo da fornire occasioni costanti di incontro tra tutti gli stakeholder pubblici e privati, in linea con le ricerche condotte negli ultimi anni dal nostro Laboratorio nel campo della filantropia. Si è inoltre deciso di concentrare l’attività di ricerca allo scopo di valorizzare i dati già in possesso degli enti del territorio, ma finora non adeguatamente condivisi. Sono state mappate le informazioni raccolte da Comuni, enti gestori delle funzioni socio-assistenziali, ASL, Ufficio Scolastico Territoriale; ma anche Caritas, organizzazioni datoriali e di rappresentanza, enti del Terzo Settore. Particolare attenzione è stata rivolta anche ai dati che gli istituti statistici e di ricerca europei, nazionali e regionali raccolgono e mettono a disposizione a livello provinciale.
L’altro principio operativo dell’Osservatorio è rappresentato dall’aderenza agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (o SDGs – Sustainable Development Goals) contenuti nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Il lavoro dell’Osservatorio ha dunque adottato la visione di futuro che sta alla base dell’Agenda: un futuro che può e deve essere sostenibile da un punto di vista ambientale, sociale ed economico. Sono dunque stati ricercati indicatori per ognuno degli SDGs (con eccezione del Goal 17 – Partnership per gli obiettivi, considerato l’Obiettivo che ispira il lavoro dell’Osservatorio nel suo complesso).
La mappatura e la selezione degli indicatori: i dati come patrimonio del territorio
All’inizio del 2021, dopo una serie di incontri introduttivi e di presentazione, l’Osservatorio è entrato nel vivo dell’impostazione del lavoro di ricerca e rilevazione. A partire da un elenco compilato da Secondo Welfare, gli attori del territorio sono stati coinvolti in laboratori partecipativi volti a sollecitare idee, obiettivi e indicatori possibili (e già raccolti localmente). L’elenco – suddiviso per Goals – è stato arricchito e dettagliato nel corso di una decina di incontri tematici a partecipazione libera svolti nel mese di marzo. Ogni incontro è stato dedicato a un singolo Obiettivo o a raggruppamenti tematici di Obiettivi e ha voluto coinvolgere gli enti più significativi rispetto ai temi affrontati. A seguito di più di 20 ore di incontri è stato possibile raccogliere più di 450 possibili indicatori, ognuno completo delle caratteristiche principali quali la fonte dei dati, la cadenza temporale di rilevazione, la presenza di specifiche variabili.
Il mese di aprile è stato dedicato alla selezione degli indicatori da inserire nel Rapporto annuale dell’Osservatorio. Quest’ultimo rappresenta il principale strumento di osservazione del territorio: un documento sintetico che, pur essendo accessibile e di facile consultazione, si propone di offrire una lettura articolata del contesto biellese raccogliendo di anno in anno gli stessi indicatori che potranno così essere confrontati nel corso del tempo. Gli indicatori sono stati selezionati in base a una serie di criteri: rilevanza e rigore dei dati raccolti, copertura territoriale provinciale, rilevazione annuale e il più possibile recente, completezza del dato e – ove presenti frammentazioni – differenziazione delle fonti dati (enti locali e nazionali, privati e pubblici, ecc.).
Attraverso questo complesso percorso di compilazione e analisi – condotto dal nostro Laboratorio – è stato possibile individuare circa 160 indicatori che descrivono al meglio, in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, il contesto locale biellese e in particolare i bisogni sociali dei suoi residenti. La selezione degli indicatori è stata sottoposta a una verifica da parte degli attori del territorio: attraverso un questionario online i membri dell’Osservatorio hanno potuto suggerire modifiche, sollevare dubbi, condividere riflessioni. Questa fase si è appena conclusa ed è in corso un’ultima revisione sulla base dei suggerimenti pervenuti attraverso i questionari. Una volta completata quest’ultima verifica sarà avviata la fase di rilevazione vera e propria. Il primo Rapporto annuale sarà pubblicato nel corso dell’autunno del 2021.
Il percorso che ha portato alla selezione degli indicatori ha fatto emergere il corposo patrimonio di dati già esistente nella provincia di Biella: il lavoro svolto dall’Osservatorio fin qui ha un grande valore dal punto di vista scientifico – poiché fornisce preziose informazioni sulla disponibilità di dati a livello provinciale – e a beneficio del territorio biellese, nell’ottica di ampliare la rilevazione dell’Osservatorio, di condurre analisi su temi specifici, di realizzare particolari progettualità sulla base di dati affidabili. Alla luce di queste considerazioni l’Osservatorio, nei prossimi mesi, ragionerà sul canale più opportuno per condividere con tutto il territorio non solo il Rapporto annuale (coi suoi 160 indicatori), ma anche il database costruito grazie all’impegno e alla disponibilità di tutti gli attori locali (e contenente più di 450 indicatori).
Donne tra lavoro e conciliazione: una questione emergente (anche) per il territorio biellese
Un terzo risultato concreto del lavoro dell’Osservatorio è rappresentato da un approfondimento annuale di tipo quali-quantitativo. Attraverso questa ricerca specifica sarà possibile arricchire il Rapporto, integrandolo con indicatori aggiuntivi e con altre indagini relative a uno specifico tema che sarà individuato dagli attori del territorio di anno in anno. L’idea è di contemperare l’ampio orizzonte temporale che contraddistingue la selezione degli indicatori del Rapporto – selezione che tendenzialmente rimarrà immutata nel corso degli anni – con l’esigenza di di approfondire dinamiche e temi specifici che emergeranno in futuro. Per questo motivo l’Osservatorio individuerà come tema del focus una questione di particolare urgenza e rilevanza (per esempio perché riferita a un problema che è sorto o si è aggravato, o perché alcuni enti manifestano la volontà di lavorarci con specifiche progettualità, ecc.). L’approfondimento annuale potrà impiegare alcuni indicatori esclusi dal Rapporto dell’Osservatorio (perché giudicati troppo specifici, incompleti, non sufficientemente aggiornati) e potrà contare su specifiche rilevazioni condotte da enti di ricerca (sarà ad esempio il nostro Laboratorio a portare avanti questo lavoro nel corso dei primi due anni di attività).
Gli incontri tematici condotti a marzo sui singoli SDGs si sono concentrati anche sull’individuazione di problemi e tematiche urgenti. Alla luce del dialogo con gli attori locali l’Osservatorio ha individuato come tema di approfondimento annuale la condizione delle donne, tra occupazione e conciliazione. La crisi economica conseguente alla pandemia sta avendo un impatto sproporzionato sulle donne rispetto alle recessioni “tradizionali”, che tendevano a colpire maggiormente l’occupazione maschile. Questo avviene per diverse ragioni, tra cui: una maggiore presenza femminile nel terziario, che comprende una quota rilevante dei settori più colpiti dal distanziamento; una iniqua distribuzione del lavoro di cura e domestico all’interno delle famiglie che, determinando una contrazione delle ore lavorate dalle donne, peggiora il gender gap; una perdurante limitazione/chiusura di scuole, servizi educativi e di cura, opportunità ricreative.
È proprio sulle donne che è ricaduto il maggior carico di lavoro domestico e di cura non retribuito per far fronte al venir meno di servizi educativi e ricreativi per bambini e ragazzi. Allo stesso tempo l’occupazione femminile ha subito gravi conseguenze nel corso del 2020: secondo l’Istat su 444mila persone che hanno perso il lavoro nel 2020, 312mila erano donne (ne avevamo parlato in questo articolo).
Intervenire su questo tema – ragionando in parallelo sull’occupazione femminile e sulla qualità e disponibilità di misure e servizi di conciliazione – appare di particolare urgenza non solo per una questione di giustizia sociale. Una maggior occupazione femminile determina infatti conseguenze positive come l’aumento del PIL e della produttività di un territorio, permette di valorizzare appieno il capitale umano, implica un minore rischio di povertà ed esclusione sociale per le donne in tutto il corso della loro vita (dall’età attiva alla pensione) e, infine, è associata a un maggior ricorso a servizi di cura e dell’infanzia nella fascia 0-6 (elemento a sua volta considerato cruciale per contrastare la povertà educativa e favorire il pieno sviluppo di bambini e bambine). L’approfondimento annuale rappresenterà per il territorio di Biella non solo un’occasione conoscitiva, ma un’opportunità per attivare tutte le energie e le risorse possibili e metterle a servizio di una comunità più equa, più inclusiva e anche più ricca.