I braccianti di Rosarno e i riders nelle metropoli sono solo la punta dell’iceberg. Il «cattivo lavoro» è un virus. Lavoro povero e sotto pagato. A cottimo, due, cinque euro all’ora. Non più circoscritto all’agricoltura e ai servizi. Le pratiche di sfruttamento dei lavoratori si stanno diffondendo in ogni settore. Anche intellettuale. Con il rischio di una profonda involuzione sociale.
A sollevare il tema è Fondazione Ismu. Laura Zanfrini, docente di sociologia all’Università Cattolica e responsabile settore Economia e Lavoro della Fondazione, spiega: «Molti ritengono che questo fenomeno abbia a che vedere con un problema di discriminazione verso gli immigrati. Non è così o non è solo così. Quello a cui stiamo assistendo è un processo involutivo che viene facilitato dal fatto di avere mano d’opera molto adattabile. Ma è un processo che in realtà si sta strutturando».
Se ne parla sull’ultimo numero di Corriere Buone Notizie.
Lavoro povero (e nero): il virus del terzo millennio
Paola D’Amico, Corriere Buone Notizie, 2 luglio 2019