Il mercato del lavoro italiano, ancor più se confrontato con l’andamento di quello europeo, offre segnali contrastanti in materia di occupazione femminile. Il biennio 2017-2018 evidenzia, da un lato, un tasso di occupazione in crescita; allo stesso tempo però persistono chiari segnali di difficoltà per le donne, come una più spiccata propensione alla rinuncia a cercare lavoro per via del peso delle responsabilità familiari.
In particolare, nel 2017 sono state circa 9,5 milioni le donne occupate in Italia, 120mila in più dell’anno precedente e 500mila in più del 2007. Tuttavia, la distanza tra la percentuale di donne occupate in Italia (48,9%) e quella della media dei Paesi europei (62,4%) è ancora molto ampia.
La scelta tra tempo di vita e tempo di cura è uno dei fattori che maggiormente discrimina le opzioni occupazionali tra i generi: nel 2017 le responsabilità familiari hanno “costretto” a non lavorare l’11,7% delle donne italiane e l’8,1% delle donne nella media dei Paesi europei. Se si considera la sola cura dei figli o dei componenti non autosufficienti della famiglia diventa inattivo il 6,9% delle donne in Italia, a fronte del 4,9% della media dei Paesi europei. Tra le ragioni di questa costrizione vi è certamente la scarsa presenza dei servizi dedicati all’infanzia. Sono alcuni dei numeri presentati da Federica Roccisano su Il Punto.
Lavoro femminile, gender gap e strumenti di work-life balance
Federica Roccisano, Il Punto – Pensioni&Lavoro, 8 aprile 2019